Cronaca / Valchiavenna
Domenica 12 Dicembre 2021
Ricoveri Covid a Sondalo
Un quinto rispetto al 2020
La situazione resta preoccupante, ma il confronto con lo scorso anno mostra una sostanziale differenza
Più contagi in una giornata. Circa una volta e mezzo meno rispetto ad un anno fa, ma molti meno ricoveri, un quinto dell’anno scorso. È emblematico il confronto tra i dati relativi all’emergenza sanitaria fotografati il 10 dicembre del 2020 e quelli di venerdì, stesso giorno un anno dopo.
Il confronto
Partiamo dai contagi prendendo in considerazione i numeri forniti nel quotidiano bollettino dell’Ats della Montagna: il 10 dicembre del 2020, era un venerdì, venivano segnalati 29 casi di positività al Covid 19 in 24 ore, 4 dei quali tra gli ospiti delle case di riposo della provincia di Sondrio, e si registrò un decesso, mentre le persone positive erano 2.057; un anno esatto dopo, venerdì appunto, sono stati segnalati 45 nuovi contagi, ma in 24 ore non è stato segnalato nessun decesso e le persone attualmente positive erano molte meno rispetto a 12 mesi prima, 576 contro le oltre 2000 del 10 dicembre 2020.
Ma le differenze maggiori si notano se si mette a confronto la situazione negli ospedali valtellinesi e valchiavennaschi, che un anno fa a quest’ora si trovavano a gestire una vera e propria emergenza.
Quel giovedì di un anno fa l’Asst Valtellina e Alto Lario raccontava di un continuo saliscendi, ma sempre su numeri alti, di malati Covid-19 ricoverati nelle strutture ospedaliere della provincia di Sondrio: lunedì 7 dicembre erano saliti a 180 e tre giorni dopo erano scesi a 175, uno in più di una settimana prima. Da settembre, con l’inizio della seconda ondata, al 10 dicembre erano stati ricoverati oltre 800 pazienti Covid-19, di cui 522 guariti.
«Il lavoro è sempre moltissimo - aveva detto la dottoressa Chiara Rebucci, responsabile dei reparti covid-19 al Morelli di Sondalo, dove erano accolti tutti i pazienti, con la sola eccezione di due ricoverati a Chiavenna -: anche se i numeri delle persone che si presentano in Pronto soccorso manifestando una sintomatologia sospetta si sono ridotti, i nostri reparti sono ancora pieni. Il ricambio è più veloce e i pazienti accolti negli Obi non devono attendere giorni prima di trovare un posto nei nostri reparti, come accadeva nelle scorse settimane, ma sono ancora moltissime le persone che necessitano di cure. Dopo tre mesi di lavoro intenso e con la prospettiva di dover proseguire su questi ritmi ancora per molto tempo cerchiamo di andare avanti un giorno alla volta perché sta diventando sempre più difficile».
Numeri molto diversi un anno dopo, ma la guardia resta alta. Venerdì, infatti, si registravano 23 pazienti in gravi condizioni nel reparto riservato agli acuti e 11 in via di guarigione nell’altro reparto per un totale di 34, contro i 30 di una settimana prima: 29 nuovi ricoveri nel solo mese di dicembre.
La raccomandazione
Numeri che pur non destando allarme fanno crescere la preoccupazione, soprattutto per la situazione in cui versano i pazienti, 6 dei quali sono in ventilazione non invasiva con l’apposito casco per insufficienza respiratoria.
«I numeri - sottolinea il direttore generale Tommaso Saporito -, e non ci stancheremo mai di ripeterlo, non sono quelli di un anno fa, quando avevamo 175 malati covid-19 ricoverati, soltanto grazie al successo della campagna vaccinale e al senso di responsabilità di tutte le persone che hanno aderito, ma la preoccupazione rimane sia dal punto di vista sanitario, per le condizioni dei pazienti, sia a livello organizzativo, a causa del personale medico e infermieristico che dobbiamo destinare a questi reparti, sottraendolo alle altre mansioni».
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