Cronaca / Morbegno e bassa valle
Domenica 08 Dicembre 2013
Revocati i domiciliari
Gianola di nuovo libero
Luigi Gianola è di nuovo un uomo libero.
Nel tardo pomeriggio di giovedì gli sono stati revocati gli arresti domiciliari, dopo che i suoi avvocati Marina Cotelli e Guglielmo Gulotta, hanno presentato istanza alla quarta sezione del Tribunale di Milano, che lo sta processando per corruzione. Il pm, interpellato, ha chiesto però l’obbligo di firma per l’ex manager dell’azienda ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna, ma il Tribunale ha revocato ogni misura cautelare.
Del resto, i termini di custodia preventiva per Gianola scadevano il 12 dicembre: sono infatti ormai trascorsi nove mesi da quel 12 marzo, quando fu prelevato dalla sua abitazione di Colico e condotto a San Vittore. Nel carcere milanese è rimasto 80 giorni poi –una volta dimessosi dal vertice dell’azienda – gli sono stati concessi i domiciliari, prima rigidissimi e poi sempre più blandi.
Intanto a Milano, in aula, si è presentato di nuovo il consulente tecnico dell’accusa, l’architetto Maurizio Bracchi che ha analizzato tutti i passaggi dell’appalto da quasi 9 milioni di euro finito nell’inchiesta milanese assieme ad altre forniture nella sanità lombarda.
La difesa dell’ex manager, nel controinterrogatorio, ha messo in evidenza come non fu Gianola a decidere di dotare gli ospedali di Sondrio del sistema di digitalizzazione dei referti (Pacs), ma il suo predecessore. Gianola, dopo aver valutato i risparmi (circa un milione e mezzo di euro l’anno) che il sistema avrebbe consentito ad Aovv, sposò il progetto e si attivò per recuperare soldi e per fare l’appalto. Poiché il tecnico dell’accusa ha evidenziato che molti dei membri della commissione di aggiudicazione erano gli stessi che si occuparono della stesura del regolamento di bando, la difesa ha fatto notare che in realtà solo un nome si ripeteva e poiché la legge sugli appalti raccomanda di “sfruttare” al meglio le risorse interne e di non ricorrere a consulenti esterni, il fatto non è certo encomiabile.
Ultimo punto, ma non certo per importanza, quello relativo al famigerato sopralluogo che avrebbe escluso la Hermex Italia. Un ostacolo eliminato in virtù di un pregresso decreto legge che la difesa di Gianola ha dimostrato essere stato invocato anche in un altro passaggio dell’iter di aggiudicazione. «E a beneficiarne in quel caso – ha sottolineato l’avvocato Cotelli – fu la cordata Gidea Alta Tecnologia, cordata che ha poi vinto l’appalto». Come a dire: non ci furono favoritismi, ma solo rispetto delle norme.
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