Revocati gli arresti domiciliari al 70enne accusato di aver molestato una bimba

Si sgonfia, almeno in parte, come sembrerebbe dalle ultime decisioni prese in ambito giudiziario, il caso del presunto pedofilo della Valchiavenna, arrestato esattamente una settimana fa dalla Squadra Mobile della questura di Sondrio, guidata dal giovane commissario Francesco Castaldo.

Nel tardo pomeriggio al legale dell’indagato è stato fatto pervenire un nuovo provvedimento a firma del gip Fabio Giorgi il quale aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per il reato di violenza sessuale. E la posizione del suo cliente, che il giorno prima, ossia mercoledì mattina alle 9.30, aveva disertato l’interrogatorio di garanzia, si è alleggerita notevolmente. Pur avendo preferito non intervenire per difendersi di persona nell’aula 12 del Palazzo di giustizia del capoluogo valtellinese.

«Il dottor Giorgi - spiega l’avvocato Francesco Romualdi con studio a Sondrio - ha revocato la misura restrittiva degli arresti domiciliari e l’ha cambiata con una molto più leggera. Il mio cliente, che da subito si è proclamato innocente, è ora sottoposto al divieto di dimora nel Comune di residenza in Valchiavenna. Ossia deve andare a vivere in un altro paese, dove trovarsi un nuovo appartamento, ma è totalmente libero di circolare dove e quando vuole. Si tratta, in effetti, di un importante passo in avanti sulla strada nella ricerca della verità».

«Nella mattinata di mercoledì, in occasione dell’udienza per l’interrogatorio di garanzia avevo consigliato al mio assistito di non presentarsi per il timore della presenza, in Tribunale, della stampa e delle televisioni - aggiunge il penalista Romualdi - ma in quella sede avevo chiesto al gip Giorgi di revocare la misura restrittiva della detenzione in casa, non essendo assolutamente necessaria, a mio modo di vedere, la reclusione domiciliare. E il giudice, in tempi molto rapidi, ha accolto la mia istanza. Il pm Chiara Costagliola, titolare dell’inchiesta, aveva invece chiesto la conferma dei domiciliari».

Le indagini, scattate dopo la denuncia della mamma di una bambina di otto anni, affidata all’uomo quando la donna si assentava per recarsi al lavoro in fabbrica, erano state condotte dagli investigatori della Seconda Sezione della Mobile, quelli coordinati dall’ispettore capo Mirco Meraviglia che solitamente si occupano di reati contro la persona ed erano sfociate con la domanda, da parte della Procura di Sondrio diretta da Piero Basilone, all’Ufficio dei gip di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del sospettato. Il giudice delle indagini preliminari, invece, aveva ritenuto sufficiente applicare una misura coercitiva meno pesante. E ora, dopo una settimana, lo stesso gip ha ridimensionato nella portata il suo provvedimento iniziale. Tuttavia va precisato, a scanso di equivoci, che non è assolutamente decaduta l’imputazione, ma che non sono ravvisati - al momento - elementi per restringere di troppo la libertà dell’inquisito. La bambina, del resto, ascoltata in modalità protetta nelle scorse settimane, aveva confermato agli inquirenti gli abusi di cui sarebbe stata vittima durante la permanenza nell’alloggio del pensionato settantenne poi finito nei guai.

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