Cronaca / Lecco città
Giovedì 17 Settembre 2015
Ragazzina sul telefonino:
tre minori indagati
Un video “spinto”: si è chiusa una delle inchieste in corso che hanno per protagonisti giovanissimi lecchesi - Diffusione di materiale pedopornografico l’accusa
Video e fotografie “hard” di ragazzine che girano sui cellulari degli amici - o presunti tali. Video e fotografie realizzati in proprio, da mandare al fidanzatino, che sollecitamente li gira poi a mezzo mondo. Video e fotografie che diventano argomento di discussione e, spesso, di scherno. Dalle conseguenze spesso gravi.
Più di un’inchiesta è in corso in questi mesi a Lecco e territorio, protagonisti giovani e giovanissimi che rischiano seri guai con la giustizia.
Tra carabinieri, polizia e polizia postale, sarebbe stata una vera e propria strage di cellulari posti sotto sequestro, una cinquantina almeno, negli ultimi mesi.
La prima inchiesta è andata a definizione proprio nelle ultime ore, con la chiusura indagini notificata all’avvocato difensore di tre ragazzini di quindici e sedici anni, residenti a Lecco, in Valsassina e in Brianza, indagati per l’ipotesi di reato di diffusione di materiale pedopornografico dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Milano.
Tutto è nato dal controllo, in Valsassina, di un sedicenne, sorpreso dai carabinieri della Compagnia di Lecco a fumare uno spinello. Gli è stato chiesto il cellulare, il video “hard”, protagonista una minorenne, era lì, in bell’evidenza. Da lui a risalire ad altri due amici il passo è stato breve.
Ora la chiusura delle indagini, con il magistrato inquirente che dovrà decidere se chiedere o meno il rinvio a giudizio: i ragazzini hanno venti giorni per farsi interrogare o depositare, attraverso il loro legale, una memoria difensiva.
Ma, come accennato, questa non è che una delle inchieste aperte (sarebbero in totale poco meno di una decina) che hanno come protagonisti giovanissimi del nostro territorio, sia come parte offesa che come indagati, giovanissimi che hanno sottovalutato la potenza delle nuove tecnologie. Soprattutto quella distruttiva. Distruttiva della psiche e della dignità di ragazzine, poco più che bambine, che non hanno esitato a filmarsi o fotografarsi poco vestite o in atteggiamenti intimi per far contento il fidanzatino, tutt’altro che intenzionato a lasciar relegati il video e le fotografie al proprio cellulare.
Per vantarsi con gli amici, per una stupida vendetta una volta che la storia si è conclusa.
Adolescenti additate dai coetanei, che diventano zimbello: in passato è anche capitato - raccontano gli investigatori - che qualcuna abbia tentato gesti estremi, per la vergogna. In passato, non nei casi recenti.
Ragazzini che finiscono nei guai con la giustizia, perché produrre e/o diffondere materiale “spinto” che ritrae minori è un reato penale.
Un fenomeno ormai diffusissimo e sempre più in espansione, a dar retta a chi indaga. E che impone quindi una riflessione complessiva, a partire dalle famiglie e, più in generale, da parte delle agenzie educative.
La tecnologia nasce per facilitare la vita delle persone: è l’uso che se ne fa la discriminante.
E forse ai ragazzini andrebbe spiegato più chiaramente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA