Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 25 Ottobre 2015
Quindicimila ettari di alberi privati: risorsa per la filiera
Bosco-legno, due incontri a Morbegno e Albosaggia per presentare il progetto regionale di valorizzazione. Il taglio del ceduo è l’obiettivo di ProSelva Valtellina.
Quindicimila ettari di bosco ceduo di proprietà privata nel territorio delle due Comunità montane di Sondrio e Morbegno (ovvero il 22 per cento della superficie totale di boschi nelle due Cm) potrebbero essere interessati da un intervento di taglio guidato da professionisti del settore. Allargando la lente di ingrandimento all’intera provincia, si potrebbe ipotizzare che gli ettari di ceduo “papabili” per una coltivazione intelligente potrebbero essere il doppio, ovvero 30mila.
A questa tipologia di bosco - il ceduo, per intendersi, è quello tagliato di solito ogni 10-30 anni - si rivolge ProSelva Valtellina, la prima rete di imprese della provincia di Sondrio che opera nell’ambito della filiera bosco-legno-energia ed è formata da nove imprese boschive qualificate e da un produttore di cippato, che intende promuovere ed effettuare la gestione di boschi privati abbandonati per produrre energia rinnovabile da biomassa vegetale.
Giovedì a Morbegno, alla presenza di una cinquantina di persone (molti sindaci) e venerdì ad Albosaggia, alla presenza di una settantina di persone (per lo più privati), si è tenuto l’incontro di presentazione del progetto ProSelva Valtellina. Va precisato il quadro complessivo, innanzitutto, che vede in provincia una superficie boscata di 115mila ettari. Nelle due Cm di Sondrio e Morbegno i boschi comunali sono il 51 per cento ovvero 31.400 ettari, le fustaie (bosco ad alto fusto) sono il 24 per cento ovvero 13mila ettari, mentre le foreste di Lombardia (gestite da Ersaf) sono il 3 per cento, pari a 1.819 ettari.
«Si tratta di una superficie importante che ha un forte impatto per la localizzazione di questi boschi, in particolare per i cedui che si trovano in una fascia medio bassa - ha spiegato il dottore agronomo, Sonia Mancini -. In passato al bosco si attribuiva una funzione produttiva o protettiva. Oggi si parla di multifunzionalità del bosco volta alla produzione di materiale rinnovabile (legna e biomassa), alla protezione sia come consolidamento sia come regolazione del clima e immagazzinamento di anidrica carbonica. Ma ci sono anche le funzioni turistico-ricreativa e paesaggistica. Il bosco ha un forte impatto sul territorio, sulla popolazione che abita e che fruisce del territorio. Se il bosco è tagliato bene si rinnova e volge le sue funzioni».
Ma quanto si taglia in Provincia di Sondrio? Le denunce nel 2013 hanno interessato 58.378 metri cubi di bosco ad alto fusto su 835 ettari a cura per lo più di imprese boschive e 32.423 metri cubi di cedui tagliati dai privati su 498 ettari, per un totale di 90.801 metri cubi su 1.333 ettari. Una buona quantità, anche se ci sono aree dove non si interviene mai, perché il privato non ha la possibilità di farlo né le attrezzature.
Chi decide di tagliare il bosco deve fare una denuncia di taglio, che dura due anni, agli enti forestali ovvero i Comuni e ai professionisti abilitati indicando la quantità da tagliare, la qualità e il luogo. Per i cedui sono permessi tagli in determinati periodi, in base alle quote. Chi può tagliare il bosco? Al di sotto di un ettaro chiunque può intervenire, sopra l’ettaro possono intervenire solo le imprese agricole e boschive e i professionisti del settore. Nel bosco, infatti, non basta seguire le norme forestali, serve sicurezza.
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