Quattro passaggi a livello da sopprimere. Il Comitato chiede spiegazioni sui piani

Teglio e Chiuro L’accordo tra Provincia, Rfi e Regione prevede la costruzione di un ponte «Va trovato il luogo adatto senza gravare su contrada Crotti, già attraversata dalla ciclabile»

Dei giorni scorsi la notizia, diramata dalla Provincia, del raggiungimento dell’accordo per la soppressione dei passaggi a livello che comporta, a Teglio e Chiuro: la soppressione di tre passaggi con viabilità di collegamento per un investimento di 6 milioni di euro e di uno a Teglio con un’opera compensativa, la realizzazione di un ponte per gli agricoltori, un investimento di 6 milioni.

La richiesta di un incontro

Torna alla carica il Comitato viabilità tellina che sollecita, attraverso il prefetto, un nuovo incontro con il sindaco di Teglio, oltreché presidente della Provincia Elio Moretti, per un aggiornamento. «Accantonato il progetto faraonico che prevedeva la divisione del paese, si apprende dall’accordo fra Provincia, Rfi e Regione che su 19 passaggi a livello tre di quelli che saranno smantellati sono a San Giacomo, prima erano cinque - scrive il comitato - Ci riteniamo soddisfatti visto che è stata accolta la nostra proposta, compreso il nuovo ponte per i mezzi agricoli prima assente. Per il ponte va trovato il luogo adatto senza andare ad aggravare sulla contrada Crotti, già attraversata dalla pista ciclabile, e tenendo presente la struttura appena recuperata e il parco giochi. Si chiede attenzione nella progettazione e che, possibilmente, non sia calata dall’alto».

Elio Moretti risponde che «gli incontri vengono organizzati quando ci sono aggiornamenti e in questo caso non ce ne sono. Il progetto è sempre quello illustrato nella precedente assemblea pubblica».

Il semaforo e le code

Il comitato ora torna a chiedere la sistemazione dell’incrocio di San Giacomo. «Il nodo rimane e chi di dovere, deve intervenire pensando al bene dei residenti e dei turisti, anche perché chi era pronto a spendere tanti milioni dei contribuenti, per distruggere il territorio, ora non è in grado di trovare alcune migliaia di euro per sistemare l’incrocio? Il problema, che causa code nei momenti di punta, non è il semaforo, ma come è stato collocato. Scelta incomprensibile da attribuire a chi avrebbe dovuto intervenire da subito, ignorando i suggerimenti di buon senso pervenuti dal primo cittadino di Castello Dell’Acqua e dal Comitato di allora. Il semaforo rappresenta la sicurezza per i residenti di San Giacomo e per tutti gli abitanti sulla statale fino a Tresenda. Prima del 2017, ogni volta che ci si immetteva sulla statale era un rischio per la propria incolumità. Basterebbe analizzare i dati sugli incidenti di prima e dopo». Detto questo, l’incrocio può e deve essere rivisto, secondo il Comitato, le proposte ci sono e il costo sarebbe «minimo».

«Il primo che ci deve credere è il sindaco, ma non ha mai sostenuto la proposta - proseguono - Pensiamo sia giunto il momento che ognuno, per le proprie responsabilità, dica apertamente cosa pensa in merito alla definitiva sistemazione dell’incrocio. Se oggi chi attraversa lo può fare con sicurezza, è solo grazie alla Prefettura, al prefetto in carica nel 2016 Mario Scalia, che ha saputo riunire attorno al tavolo i vari attori al fine di mettere in sicurezza l’incrocio e sempre in quell’incontro vi era stato un impegno preciso del sindaco Moretti e dell’allora presidente della Provincia Luca Della Bitta. Da allora in poi più nulla è seguito e oggi il problema è di nuovo attuale».

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