la manovra Monti, al di là della stangata che colpisce le famiglie italiane per oltre duemila euro di nuove spese annue, ha portato dal 2 gennaio una vera e propria rivoluzione nel commercio, con la liberalizzazione degli orari dei negozi di ogni “ordine e grado”, dal piccolissimo esercente al grande supermercato. Ciò significa, per esempio, che se si ha una moglie incinta con la voglia di fragole alle tre del mattino, sarà possibile soddisfargliela uscendo di casa e recandosi dal fruttivendolo più vicino, turnista del carciofo e dell'asparago.
Una volta, dopo una festa, si faceva l'alba in attesa dell'apertura del fornaio per mangiare il pane fresco o le brioches appena sfornate, adesso anche questi aspetti “poetici” del commercio scompariranno, perché nella nostra epoca il mondo è costretto a non fermarsi mai, nel centro di Milano come nel paesino dimenticato di montagna.
Tutto deve essere sempre a disposizione, 24 ore su 24, eliminando così l'attesa del giorno dopo, che rendeva ancora più desiderabile l'oggetto da acquistare. Un invito, questo, al consumo ancor più esasperato, perché si sa, spesso si compera anche soltanto per il richiamo della vetrina o per passatempo.
Silvio Crepaldi
Lecco
Caro Crepaldi,
le nuove disposizioni governative, che scavalcano anche le normative regionali in materia di commercio, penalizzeranno i piccoli esercenti, che non hanno personale sufficiente a coprire eventuali orari allungati né possono assumerne di nuovo.
Per un supermercato si tratta soltanto di organizzare i turni, per un piccolo commerciante, con un negozio a gestione familiare, il rischio è la chiusura. Fino a ieri gli orari dei negozi regolavano un poco la vita quotidiana, una volta "tirata giù la clèr" non ce n'era per nessuno, adesso fare la spesa sarà più facile, ma di certo molto meno romantico.
Vittorio Colombo
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