Cronaca / Valchiavenna
Domenica 18 Dicembre 2016
Punto nascite, in piazza per difenderlo
Circa 200 persone hanno sfidato il freddo con bambini e passeggini
per sostenere l’ospedale.Con la gente anche i sindaci e i dipendenti del presidio. Lanciato sul web l’hashtag #voglionascereachiavenna
L’hashtag era chiaro e forte: #voglionascereachiavenna. Sul web si è diffuso in fretta, ma in piazza non erano molti meno a sostenerlo. Ieri mattina a Chiavenna si è svolta la manifestazione a sostegno del punto nascita e dell’ospedale. Davanti alla scuola Bertacchi c’erano amministratori colla fascia tricolore, volontari della protezione civile e lavoratori dell’ospedale e cittadini comuni, ma soprattutto bambini. Una trentina erano nei passeggini, senza dimenticare quelli sulle spalle dei genitori e i fratelli più grandi a spasso per la piazza con i palloncini in mano. Non erano moltissimi, a dire il vero.
Duecento persone o poco più, ben poca cosa rispetto alle 5202 che hanno firmato la petizione spedita alla Regione. Ma erano lì nonostante il freddo d’un sabato mattina di dicembre, per dire che alla protesta virtuale si affiancano una parte delle proposte portate in piazza di persona con tanto di hashtag: #voglionascereachiavenna. La parola chiave della giornata, insomma, è chiarissima. Alla base di questo messaggio c’è la situazione che si è creata negli ultimi mesi. Da Roma per salvare un punto nascite si richiedono almeno 500 nascite all’anno, cosa che non avviene a Chiavenna. Dalla Regione è partita una richiesta di deroga per continuare a fare operare tutti i punti e qualche giorno fa il ministero ha risposto che molti reparti avrebbero dovuto chiudere tranne quello di Sondalo e uno a scelta – da parte della Regione – fra Chiavenna e Gravedona. Ecco il perché della mobilitazione in riva alla Mera.
«Il nostro non può essere in discussione e la Regione lo ha ribadito, impegnandosi a mantenerli tutti – ha spiegato il sindaco Luca Della Bitta -. Stiamo parlando di qualcosa di indispensabile, del punto nascite e del nostro ospedale. Abbiamo voluto dare un messaggio chiaro e forte: voglio nascere a Chiavenna. I cittadini di tutta Italia almeno questo possono averlo: nascere vicino a casa. Noi non accettiamo mediazioni, non consentiamo che si facciano passi indietro».
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