Cronaca / Valchiavenna
Mercoledì 10 Marzo 2021
Provincia di Sondrio
Nell’anno Covid
600 morti in più (+37%)
Da marzo a dicembre 2020 sono stati 2.221 i decessi, il 37% in più rispetto al quinquennio precedente
Seicento morti in più. Una media di due al giorno. E’ impietoso il risultato del raffronto tra il numero dei decessi registrati da marzo a dicembre dello scorso anno (2.221) e quelli del quinquennio 2015/2019 (1.621) secondo i dati elaborati da Istat e Iss (Istituto superiore di sanità).
Dati che mostrano in tutta la loro drammaticità l’impatto che il covid ha avuto anche in provincia di Sondrio perché se non tutte le morti in più rispetto alla media dei cinque anni precedenti sono attribuibili direttamente al virus - i decessi ascritti al solo covid nel 2020 sono 415 -, è pur vero che 600 è un numero che non può lasciare indifferenti: come se dalla geografia municipale della Valtellina fosse scomparsa l’intera popolazione di comuni come Castello dell’Acqua o Andalo.
Più donne che uomini
Lo scorso anno, da marzo in avanti, la mortalità in provincia di Sondrio ha subito un incremento del 37% rispetto allo stesso periodo del quinquennio precedente con la popolazione femminile che ha pagato il prezzo più alto: sono deceduti 1.075 uomini (+278 pari ad un aumento del 34,8%) e 1.116 donne (+292 che corrisponde a un +39%).
Un andamento in linea, pur con percentuali superiori, con quello registrato a livello nazionale. In Italia non si contava un numero complessivo di decessi così alto dal secondo dopoguerra: 746.146 morti che da marzo a dicembre si sono tradotti in 108.178 decessi in più rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015-2019, pari ad un incremento del 21%.
Le classi di età
Donne le più colpite, guardando alle classi di età, il contributo più rilevante all’eccesso dei decessi dell’anno scorso in provincia di Sondrio, in numeri assoluti, è dovuto all’incremento delle morti della popolazione dagli 85 anni in su: erano state 714 nel quinquennio 2015/2019 sono diventate 996 lo scorso anno con un incremento di 282 morti pari al +39,5%, mentre in percentuale è quella dai 65 ai 74 anni la fascia più colpita (+44%) nel raffronto tra i 230 morti del quinquennio e i 331 del 2020.
Più 170 (pari al +36, 2%) i decessi, rispetto alla media precedente, tra le persone di età compresa tra i 75 e gli 84 anni (erano 473 sono diventati 643).
Marzo e novembre sono i mesi in cui il dato della mortalità ha subito l’incremento peggiore: complessivamente il numero delle vittime in provincia di Sondrio è aumentato del +159% a marzo e del +105% a novembre, rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti. Maggio, invece, ha fatto segnare addirittura un numero minore di morti con un -4,9%.
Sul territorio
Quanto all’effetto sulla vita dei singoli comuni, delle 77 realtà di Valtellina e Valchiavenna sono 24 quelle che hanno registrato un incremento di eccesso di mortalità oltre il 50%. La punta maggiore è stata registrata a Cino dove l’incremento dei morti rispetto al quinquennio precedente è stato del +133%, del +128% invece a Traona e del +115% ad Ardenno.
Tra i centri più grandi, è stato Morbegno il più penalizzato, anche per la presenza della casa di riposo, tra le più colpite dal covid. Nel capoluogo della Bassa Valle l’incremento dei morti è stato del +89,2%: 207 decessi contro i 109 della media dei cinque anni precedenti. A Tirano l’incremento è stato invece del 59,8%: 140 morti contro gli 87 del passato. Anche Chiavenna mostra un aumento della mortalità: +42,7% con 111 decessi contro 78. Tra i centri maggiori, quello che ha retto meglio l’urto della pandemia, almeno secondo questi numeri, è il capoluogo. Nel 2020 a Sondrio ci sono stati 275 morti contro i 215 dei cinque anni precedenti, pari ad un incremento del 27,9%.
Nel variegato panorama provinciale ci sono anche 19 realtà che non sono state quasi toccate dal dramma della pandemia e che nel corso del 2020 hanno visto addirittura diminuire i decessi a partire da San Giacomo Filippo (-100%), Madesimo (-68,8%) e Faedo (-67,7%).
Sopra la media
Dall’inizio dell’epidemia e fino al 31 dicembre 2020 il contributo dei decessi covid alla mortalità per il complesso delle cause è stato, a livello medio nazionale, del 10,2%. Per quanto riguarda Valtellina e Valchiavenna i decessi ascritti al covid sui 2.221 totali sono stati 415, pari a una percentuale del 18,7% più alta non soltanto della media nazionale, ma anche di quella di tutto il Nord d’Italia. I mesi peggiori sono stati marzo e aprile, rispettivamente 85 e 94 morti, e novembre e dicembre con 105 e 74 decessi.
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