Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 19 Febbraio 2016
Proposta per unire i piccoli comuni: no della Regione
Una proposta di legge per obbligare i comuni piccoli a fondersi: presentata alla commissione Affari istituzionali della Camera da 20 parlamentari Pd, stabilisce che il limite minimo di abitanti perché possa esistere un comune è fissato in 5mila.
Una proposta di legge per obbligare i comuni piccoli a fondersi: presentata alla commissione Affari istituzionali della Camera da 20 parlamentari Pd, stabilisce che il limite minimo di abitanti perché possa esistere un comune è fissato in 5mila. I parlamentari sottolineano come la fusione sia «lo strumento più idoneo per superare l’attuale frammentarietà dei comuni italiani» e che «la fascia dei comuni tra 5.000 e 10.000 abitanti è quella che consente una dimensione ottimale»
«La proposta di legge non mi trova per niente d’accordo per diverse ragioni», commenta il sottosegretario alle Riforme istituzionali, Enti locali, Sedi territoriali e Programmazione negoziata della Regione Lombardia Daniele Nava. «Come ho più volte dichiarato - aggiunge Nava - sono favorevole a processi di aggregazione che garantiscano efficienza, risparmi e una migliore qualità dei servizi, ma un percorso di questo genere deve partire dal basso e non essere imposto per legge da Roma. Un modello di fusione che può funzionare in un territorio di pianura come Cremona o Mantova può non essere adeguato a un territorio montano come le valli bergamasche o lecchesi. Una prospettiva come quella indicata dalla proposta di legge - sottolinea il sottosegretario - peraltro non tiene conto della specificità del territorio lombardo, dove più di due terzi dei Comuni è sotto i 5.000 abitanti. Se venisse approvata una norma del genere, l’intero sistema istituzionale lombardo verrebbe stravolto. Regione Lombardia - aggiunge - continua a favorire processi aggregativi in grado di produrre risparmi reali e razionalizzazione dei costi, attraverso il confronto e la condivisione con il sistema delle autonomie. È questo il metodo giusto, grazie al quale, dal 2011, oltre 30 comuni hanno già completato il percorso di fusione».
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