Economia / Sondrio e cintura
Mercoledì 13 Gennaio 2016
Promessa rispettata. Il prezzo delle uve
rivisto verso il rialzo
Aumento del 5,45% al chilo rispetto al 2014. Incluse le Terrazze Retiche raggiungerebbe il 10,94%. Bonat: «Rilevazione sperimentale rivelatasi positiva»
Mamete Prevostini, presidente del Consorzio Tutela Vini di Valtellina, è stato di parola. Aveva detto che a vendemmia conclusa il prezzo delle uve a denominazione di origine sarebbe stato rivisto al rialzo in proporzione alla qualità delle uve conferite e così è stato.
I prezzi medi al chilo delle uve sono aumentati del 5,45% rispetto a quelli praticati sulla vendemmia 2014, escluso però il dato riferito al prezzo medio al chilo delle uve per la produzione dell’Indicazione geografica tipica (Igt) “Terrazze Retiche”. Se includiamo anche questo dato considerato dagli stessi operatori un po’ “spurio”, l’aumento sale al 10,94%.
«Vale la pena concentrarsi sul primo dato – ha precisato ieri Alberto Marsetti in conferenza stampa in Camera di Commercio a Sondrio, presidente Coldiretti provincia -, quello che indica l’aumento medio nel 5,45%, perché quelli fino al 110% registrati sui prezzi praticati per l’Igt Terrazze Retiche, che porterebbero l’aumento medio al 10,94% hanno un andamento tutto loro che andrebbe a sfalsare il dato reale, quello riferito ai prezzi medi delle uve pagati per Sassella, Inferno, Grumello, Valgella, Sforzato, Valtellina Superiore, e Rosso di Valtellina. Si parla di 10 centesimi di aumento medio al chilo che comunque ci soddisfa».
Il dato non è “assoluto”, cioè frutto di una media fra i prezzi praticati da tutti gli acquirenti di uve sul mercato locale, ma è “relativo”, in quanto frutto della rilevazione effettuata dalla Camera di Commercio di Sondrio nel dicembre dello scorso anno fra i produttori locali di vino a denominazione di origine.
«Per la prima volta abbiamo voluto applicare una modalità in essere per altri tipi di prodotti, come il petrolio - ha detto Marco Bonat, segretario camerale –, ai prezzi praticati ai conferitori di uve della nostra provincia. Si tratta di una prima sperimentazione, che potremmo portare avanti negli anni a venire, utile a capire l’andamento dei prezzi effettivamente praticati dagli acquirenti, tanto più utile quanto più significativa è la risposta in termini di collaborazione delle cantine».
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