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Mercoledì 06 Febbraio 2013
Produzione industriale
A Sondrio altro calo dell'1%
È di nuovo segno negativo per la produzione industriale della provincia di Sondrio. Nel quarto trimestre 2012, rispetto allo stesso trimestre 2011, il calo locale è stato del -0,9, per un soffio restando sopra il calo della media regionale (-1,3%)
Sondrio - È di nuovo segno negativo per la produzione industriale della provincia di Sondrio. Nel quarto trimestre 2012, rispetto allo stesso trimestre 2011, il calo locale è stato del -0,9, per un soffio restando sopra il calo della media regionale (-1,3%); così fra Varese e Bergamo l'economia della provincia resta in calo ma senza sprofondare.
E se ad essere messi a confronto sono i valori medi di produzione di due anni (2012 e 2011), Sondrio ha perso il l'1,7%. In questo caso Sondrio è ben sotto la media regionale (-3,7%) e, nella classifica su base annua, va all'ultimo posto, visto che a perdere di più sono state Lodi (-5,1%), Bergamo e Brescia (entrambe con il -4,4%), Pavia (-4,2%) e Monza (-4%).
I dati sono stati diffusi ieri nella conferenza stampa di presentazione dell'analisi congiunturale dell'industria e dell'artigianato manifatturieri in Lombardia, nella sede milanese di Unioncamere.
Ad aprire i lavori è stato il presidente dell'ente, Francesco Bettoni, mentre i dati sono stati presentati da Pietro Ferri, docente di Economia Politica all'università di Bergamo.
Tuttavia a dare qualche leggero segnale positivo è stata la variazione congiunturale industriale dei dati per quanto riguarda l'intera regione, visto che, dopo cinque trimestri consecutivi negativi, il quarto trimestre 2012 segna una variazione leggermente positiva rispetto al terzo trimestre (+0,7%).
Un miglioramento che viene confermato dall'incremento, nel solo quarto trimestre, del fatturato e del tasso di utilizzo degli impianti, oltre che da un miglioramento del portafoglio ordini, specialmente se esteri in un quadro che - è stato detto - «più che una ripresa indica un arresto della caduta». Rimane tuttavia diffusa la preoccupazione sui dati occupazionali, di nuovo in calo, con un saldo negativo dello 0,6% per l'industria e dell'1,2% per l'artigianato.
Fra i settori produttivi industriali la contrazione non è più generalizzata, visto che ci sono quattro settori in crescita.
È il caso delle pelli-calzature (+5,5%), del tessile (+1,6%), dei mezzi di trasporto (+0,6%) e della chimica (+0,6%). Area leggermente negativa invece per la siderurgia (-1,8%), gli alimentari (-1%) e la meccanica (-0,7%). Ad andare peggio sono i settori legati all'edilizia "per i quali - spiega l'indagine - non si intravvedono ancora segnali di miglioramento": è il caso dei minerali non metalliferi (-12,2%) e del legno-mobili (-5,4%).
Ad essere di nuovo in calo anche nell'ultimo trimestre del 2012 sono state le piccole imprese (che perdono il 2,8% di produzione), mentre le medie industrie perdono l'1,5% e le grandi segnano il +1,1%.
A conferma del miglioramento del clima congiunturale - spiega l'analisi - cresce la quota di aziende che registrano forti incrementi dei livelli produttivi (27% contro il 21% del terzo trimestre)". Se invece si considerano anche le aziende che dichiarano anche incrementi minimi, si sale al 38%. E cala anche il numero di aziende che segnalano variazioni molto o anche minimamente negative (50%).
Per le aspettative, il 50% degli industriali indica un primo trimestre 2013 con produzione stabile. ma la vera notizia confortante arriva dal fronte del lavoro: otto imprese su dieci dichiara di prevedere una stabilità dell'occupazione.
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