Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 23 Gennaio 2014
Primolo, rientra l’ordinanza
Intanto fioccano le disdette
Chiusura totale, quindi apertura a fasce orarie, poi ieri sera la riapertura: sono stati giorni complicati, per i residenti di Primolo, in Valmalenco
Chiusura totale, quindi apertura a fasce orarie, poi ieri sera la riapertura: sono stati giorni complicati, per i residenti di Primolo alle prese con il rischio valanga sulla strada.
Una situazione «che si ripete praticamente ogni anno», spiegano, per la quale si sentono «poco ascoltati» dal Comune, al quale chiedono di «studiare una soluzione definitiva, che eviti problemi che quest’anno si trascinano da Natale».
L’ultimo episodio è di qualche giorno fa, quando – dopo le forti nevicate – una valanga è scivolata verso la strada («nel solito posto», dicono i residenti, «per fortuna hanno costruito il muro»), fermandosi pochi metri sopra la carreggiata: in una prima fase il Comune di Chiesa per precauzione ha imposto la chiusura totale della strada, poi ha permesso il transito in tre fasce orarie, nelle quali l’area di rischio veniva controllata a vista. Poi la situazione è migliorata e ieri sera i provvedimenti sono stati revocati, ma chi abita o lavora nella frazione è stanco di questi disagi.
«Il problema si presenta praticamente ogni anno e ormai sappiamo che fino al disgelo si andrà avanti così, ma è un guaio per tutto il paese – spiega Giulia Capra, che abita a Sondrio ma sale spesso a Primolo, dove vivono i suoi genitori -. L’apertura a fasce orarie consente almeno di mandare a scuola e all’asilo i bambini, ma chi lavora con orari diversi ha problemi a rientrare, come mio padre che chiude la farmacia a Caspoggio alle 19.30 e poi deve tornare a casa. Peraltro molti proprietari di seconde case che nel fine settimana avrebbero voluto salire a Primolo hanno trovato il cartello di chiusura lungo la strada e non sapevano bene come comportarsi». E questi disagi organizzativi pesano particolarmente sulle attività legate al turismo, sottolinea Paola Moroni dell’Hotel Roseg, «traducendosi anche in un danno economico». Per questo Moroni insieme ad altri residenti ha chiesto all’amministrazione comunale di studiare una soluzione definitiva «per questo problema che si ripete tutti gli anni», sottolinea.
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