Editoriali / Valsassina
Lunedì 22 Luglio 2013
Primaluna: la Norda cresce
E’ quasi fatta per la Sangemini
Norda è sempre più vicina all’acquisizione di Sangemini.
Nello scorso fine settimana sono state raggiunte delle intese di massima, da parte del gruppo Norda di Carlo Pessina, per l’affitto del ramo d’azienda della società oggi di proprietà di Rizzo Bottiglieri.
Gli avvocati e i consulenti stanno lavorando per definire la proposta dell’imprenditore che ha saputo crescere grazie alla fonte lecchese dell’acqua Norda e che ha già acquisito il marchio Gaudianello. Se l’operazione andrà in porto Norda arriverà a detenere una quota rilevante nel mercato delle acque minerali italiane, facendo suo uno dei marchi più importanti, Sangemini appunto, azienda umbra cui fanno capo anche Acqua Fabia, Grazia, Effeviva e Amerino.
Lo schema potrebbe essere quello di una creazione di una new co, controllata da Pessina, cui dare in affitto il ramo d’azienda. Entro venerdì i soci di Sangemini devono presentare in Tribunale la proposta di concordato preventivo o ristrutturazione del debito e solo in quell’occasione sarà possibile capire quali sono le reali intenzioni di Norda.
Gli effetti di questo progetto sono incerti, visto lo stato del mercato. E’ pur vero che Norda, ampliando l’offerta riuscirebbe a gestire meglio l’attività anche attraverso una razionalizzazione delle risorse, ma resta il fatto che i conti di Sangemini non vanno bene (ha perso 56,9 milioni di euro tra il 2006 e il 2008), e che il settore in generale non gode di buona salute perché il mercato è propenso a un’offerta verso prodotti di basso costo e, di conseguenza, con minor marginalità. Inoltre, i consumatori dimostrano una bassa fedeltà, perché più attenti alle offerte che vengono proposte dalla grande distribuzione.
Un fenomeno a cui Norda non è immune dal momento che nella relazione di bilancio 2012 si parla proprio di un «mercato scarsamente fedele alla marca». Il bilancio di Norda si è chiuso con ricavi netti di 69 milioni di euro (meno 3%) e il calo dei volumi è stato del 5,53%. Mentre l’utile netto è stato di 643mila euro.
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