Cronaca / Valchiavenna
Martedì 07 Aprile 2015
Pressing per aprire il passo dello Spluga
La proposta di apertura anticipata del valico, lanciata dal Consorzio di promozione turistica, va supportata da tutto il territorio.
Con il Passo Spluga aperto la Valchiavenna cambia volto. Non hanno dubbi gli operatori del turismo: la proposta di apertura anticipata del valico, lanciata dal Consorzio di promozione turistica, va supportata da tutto il territorio. A Chiavenna ci sono importanti aziende che evidenziano un forte legame fra la viabilità verso il cuore dell’Europa e la sostenibilità dell’attività imprenditoriale in riva alla Mera. «Abbiamo chiuso il ristorante nella stagione invernale, più che altro per potere fare altre esperienze e progetti, mentre con l’imminente apertura dello Spluga siamo pronti a riaprire la cucina – spiega il giovane chef del “Crimea” di Pratogiano -. Chiavenna dopo l’apertura del passo cambia volto. L’energia della città aumenta, l’afflusso è indispensabile sia per quanto riguarda i motociclisti e i ciclisti, sia per gli escursionisti che percorrono la Via Spluga e la Via Mala. Secondo le nostre stime, il 40% dei clienti passa dal valico dello Spluga». Al caffè Pestalozzi di Cristian Pavioni sono già pronti i quotidiani in lingua tedesca, a conferma della vocazione internazionale dei locali del centro di Chiavenna. «Lo Spluga è fondamentale non soltanto per una questione numerica e per i bilanci delle aziende, ma anche per la tipologia di clientela che rende Chiavenna vivace, multiculturale, europea».
Anche Campodolcino attende la pulizia della strada. «Si tratta di una mossa che andrebbe incontro al gradimento di tutta la valle, sarebbe senza dubbio uno stimolo all’economia locale – spiega Francesco Zizzi, titolare di un negozio di generi alimentari situato sulla 36 -. Appena apre il passo cambia la faccia della zona e dalle novità relative al franco svizzero ci si aspettano novità positive. Tenerlo aperto tutto l’anno sarebbe il massimo».
Ma dallo Spluga non passano soltanto clienti. Storicamente il valico è un crocevia di idee, esperienze e culture, come conferma Enrica Guanella, direttrice del Museo della Via Spluga. «Gli impianti sciistici sul versante elvetico chiuderanno domani ( le piste di Splügen passano anche sopra la sede stradale, nda) , credo che la riapertura anticipata della strada sia fondamentale. Ci aspettiamo che le autorità svizzere mettano in campo un interesse maggiore rispetto a quello degli anni scorsi (in genere la riaperturaviene fatta a fine aprile-inizio maggio, nda) e chiediamo a quelle italiane di farsi valere. Per il turismo della Valchiavenna e dell’Alto Lario sarebbe fondamentale trovare un accordo che permettesse stabilmente l’apertura alla fine della stagione sciistica. Tutti gli anni, senza dovere ritrattare le tempistiche ogni volta».
«Noi come museo - aggiunge - auspichiamo un’apertura permanente, anche per ovviare ai disagi legati alla Val Genasca e per consentire ai frontalieri di raggiungere la Svizzera interna».
C’è spazio anche per una riflessione sulle priorità a livello provinciale. «Sentiamo discutere di Stelvio o Mortirolo. Il primo traforo di cui s’è parlato nella storia della Alpi italiane è lo Spluga, possibile che non se ne sappia più niente? Con una spesa esigua si risolverebbero numerosi problemi. È una porta verso il Nord, verso il cuore dell’Europa».
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