Economia / Sondrio e cintura
Mercoledì 02 Novembre 2016
Premi di produzione, sì all’accordo
L’intesa tra Confindustria e sindacati: si potranno erogare anche nelle imprese senza rappresentanza. Non solo soldi: le somme erogate potranno essere sostituite con servizi resi dal datore di lavoro ai dipendenti.
Confindustria Lecco e Sondrio e Cgil, Cisl e Uil della provincia di Sondrio hanno sottoscritto l’accordo territoriale che consente anche alle imprese prive di rappresentanze sindacali di erogare premi di risultato aziendali collegati a incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione. L’accordo territoriale per la provincia di Sondrio risponde allo spirito dell’accordo nazionale che affida alle parti sociali del territorio un ruolo attivo per l’introduzione di forme di salario variabile legate ai risultati, confermando il modello della contrattazione basato su due livelli. Questo approccio facilita per tutte le imprese, e in particolare per quelle di minori dimensioni, l’introduzione di retribuzioni collegate ai risultati aziendali, con l’accesso ai benefici fiscali e contributivi.
L’accordo territoriale non contiene un modello di premio di risultato e regola, invece, una procedura che consente appunto di applicare il beneficio fiscale ai lavoratori destinatari, mentre i contenuti del premio saranno definiti dall’impresa sulla base delle proprie esigenze.
A poterne usufruire saranno sia le imprese già associate a Confindustria Lecco e Sondrio, sia quelle che conferiranno mandato all’associazione per l’applicazione dell’accordo. Sono due i percorsi di carattere operativo fra i quali le imprese potranno scegliere, sulla base delle proprie specificità. La prima è la stipulazione di accordi aziendali da sottoscrivere con le organizzazioni sindacali territoriali - in questo caso l’azienda priva di rappresentanza sindacale definirà uno specifico accordo aziendale rivolgendosi a Confindustria Lecco e Sondrio, che condurrà̀ le trattative con le rispettive organizzazioni provinciali di categoria -, oppure c’è la definizione di una specifica procedura che consente all’impresa di corrispondere il premio di risultato ai propri dipendenti.
«L’obiettivo è permettere a tutte le aziende di ogni settore di applicare questa normativa che è diventata attuale a partire dall’anno in corso e sarà ancora più importante dall’anno prossimo – rileva da Confindustria Stefania Palma -. La Legge di stabilità, infatti, prevede una strutturalità di questa dinamica. Per noi è diventato strategico renderlo applicabile da tutti».
C’è un altro aspetto significativo in questo tipo di accordi: l’aliquota agevolata è fissata al 10% in sostituzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali e si prevede la possibilità di sostituire in tutto o in parte le somme erogate con servizi resi dal datore di lavoro alla generalità dei dipendenti, o di categorie di dipendenti, in relazione a servizi di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto: in questo caso si applica la totale detassazione e decontribuzione.
Si tratta delle prestazioni di welfare aziendale previste dai contratti collettivi aziendali o territoriali. Tali prestazioni potranno essere corrisposte attraverso l’erogazione di voucher, anche in formato elettronico. «Gli accordi territoriali sono molto significativi, in particolare per il welfare, ad esempio nell’ambito delle aree industriali – rileva dalla Cisl il segretario generale Mirko Dolzadelli -. Mi riferisco a mense, asili nido, trasporti e servizi a lavoratori e imprese. Per questa ragione noi puntiamo in modo forte su questi accordi».
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