Cronaca / Valsassina
Sabato 04 Febbraio 2017
Prelevavano dai correntisti
In tribunale la truffa alla banca
Parti lese di Merate e Vendrogno. Alla sbarra tre bancarie 18 presunti complici
È arrivata fino in provincia di Lecco la presunta truffa ai danni del Banco di Desio del quale si sta parlando in queste ore in tribunale a Monza. Un paio di correntisti residenti a Merate e Vendrogno sono tra le vittime del clamoroso raggiro promosso da alcuni ex dirigenti dell’agenzia di Veduggio con Colzano.
Avrebbero prelevato contanti in via temporanea ad alcuni clienti del tutto ignari di ciò che stava accadendo e avrebbero concesso, sulla base di documentazione contabile fasulla, linee di credito a soggetti che non avevano i requisiti per ottenere i finanziamenti.
Tra gennaio 2010 e marzo 2011 tre ex funzionari di banca, in concorso con l’amministratore unico di un’impresa di costruzioni, si sarebbero appropriati, anche se in via temporanea, di oltre 200mila euro, ma è una cifra approssimativa, prelevati da conti correnti di clienti estranei alla faccenda.
L’inchiesta, promossa dalla Guardia di Finanza, è molto più ampia, tanto che nell’ambito della presunta truffa ai danni del Banco di Desio, sono rimasti coinvolti complessivamente ventuno soggetti. I tre funzionari dell’agenzia di Veduggio con Colzano, rispettivamente ex direttore di filiale, ex responsabile amministrativo ed ex responsabile della clientela, sono alcune delle figure “chiave” del presunto raggiro.
Ci sono anche numerose parti lese, tra le quali un correntista residente a Merate e uno a Vendrogno. Secondo la ricostruzione investigativa, il raggiro sarebbe stato promosso dai dirigenti dell’agenzia e dalla ditta di costruzioni che, in gravi difficoltà economiche, non avrebbe potuto accedere a linee di finanziamento secondo i canali istituzionali della banca. La presunta truffa ai danni della banca sarebbe, inoltre, consistita, sempre secondo la ricostruzione della Procura di Monza, nell’inserire nel sistema informatico della banca informazioni difformi da quelle effettive inducendo così l’istituto in errore «sulla sussistenza dei requisiti» per erogare finanziamenti a persone collegate alla stessa impresa di costruzioni. Tra i 21 imputati figurano anche commercialisti, amministratori unici di aziende e di cooperative.
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