Precipitato sulla Maiella, a Monticello Brianza l’ultimo saluto a Enrico

L’auspicio che Enrico Albertini, 69 anni, morto per un tragico incidente sulla Maiella il 14 agosto mentre era in compagnia della moglie Nicoletta, «possa avere seminato bene durante la sua vita e non sulla pietra o sulla roccia. E che possa nutrire la consapevolezza e la gioia di aver trasmesso dei valori» a chi ha lasciato».

Con queste parole, padre Célio João Fumo, missionario della Consolata di Bevera di Castello Brianza, ha concluso l’omelia della messa funebre celebrata nella chiesa dei santissimo Redentore di Cortenuova di Monticello Brianza.

Davanti alla bara di legno chiaro, ricoperta da un tappeto di rose bianche, tanti amici soprattutto giunti da Milano, dove Albertini era nato e cresciuto, prima di trasferirsi a Monticello Brianza.

A dargli l’ultimo addio anche i cittadini di Monticello. Tra loro spiccavano il sindaco attuale Alessandra Hofmann e gli ex sindaci Luca Rigamonti e Vittorio Cazzaniga.

Con il Comune, Albertini aveva sempre avuto un rapporto diretto. Alla fine degli anni ’70, dopo essersi trasferito nella villa di famiglia in località Prebone, vi aveva aperto un centro ornitologico di primo livello, specializzato soprattutto in uccelli rari, mettendo così a frutto i suoi studi di ornitologo e biologo.

Negli anni seguenti, aveva quindi deciso di aprire quell’oasi di biodiversità agli studenti delle scuole del paese, che vi venivano accolti e che restavano a bocca aperta.

«Di fronte alla morte - ha detto il missionario, ad apertura della messa - non siamo mai preparati. Non c’è parola o gesto che possano asciugare le lacrime di coloro che piangono chi non è più tra noi. Ma come in Giobbe, anche in noi deve esserci il desiderio di vedere un Dio che non ci abbandona. E la nostra speranza è che Enrico sia lì a godere della presenza del Signore».

Proseguendo nell’omelia, padre Célio ha aggiunto che «quando una persona con cui abbiamo condiviso passioni e luoghi non c’è più, lascia un vuoto, uno spazio nel nostro cuore, che non si può colmare. L’importante, tuttavia, è che quella persona abbia seminato i suoi valori. Per ricordarlo occorre quindi mettere in pratica questi valori. Non basta rimpiangerlo ma dobbiamo mettere in pratica quello che ci ha insegnato».

Alla fine del funerale, prima che il feretro lasciasse la chiesa di Cortenuova diretto al tempio crematorio, è stata letta la preghiera di padre Giacomo Perico, che ci conclude con queste parole: «Non piangere più se veramente mi ami!»

Monticello-funerali-Albertini. Video di Fabrizio Alfano

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