Positivi in aumento
Freno alle visite
nelle case di riposo

Casi non gravi A Chiavenna solo due nuclei aperti. E a Sondrio la riapertura sarà solo alla fine del mese. A Dubino e Delebio nessun caso, ma tanta prudenza

Doveva riaprire le porte dei suoi reparti alle visite dei parenti lunedì la Rsa “Fondazione città di Chiavenna”, ma di fatto solo tre dei cinque nuclei che la compongono hanno potuto essere raggiunti dai familiari degli anziani ospiti, perché negli altri due sono emerse 20 positività. Che il giorno successivo, martedì, sono salite a 21, a causa di un nuovo caso, subentrato in un ospite di un terzo reparto, per cui ora i nuclei aperti alle visite sono solo due.

«Purtroppo è andata così - spiegano dalla direzione amministrativa della Rsa che, per prima, in provincia, aveva calendarizzato le visite dentro i nuclei residenziali -. Abbiamo avuto un evento sentinella, nel fine settimana, con un ospite che ha accusato alcune linee di febbre, per cui subito è scattata la procedura anti Covid con effettuazione del tampone antigenico rapido su tutti gli ospiti del relativo nucleo. Alla fine della procedura abbiamo rilevato venti positivi su due nuclei e, nella giornata di martedì, un positivo in un altro nucleo. Tutti asintomatici, salvo due persone con un po’ di febbre, però dobbiamo anche ricordare che ci sono ospiti molto fragili per i quali un contagio anche blando può fare la differenza». È di questo che sono preoccupati gli operatori delle Rsa, cioè della protezione dei loro ospiti più a rischio, per cui si trovano a dover mediare fra le esigenze di buona parte degli ospiti e dei loro congiunti di poter tornare a incontrarsi come un tempo, nei saloni dei nuclei residenziali, e le esigenze di protezione espresse dagli anziani più deboli e magari già in fase terminale.

«Sottolineamo però - dicono dalla Rsa di Chiavenna - che la sospensione delle visite intervenuta per i tre nuclei che ospitano positivi è dovuta anche alla necessità di salvaguardare la salute dei visitatori, perché è pacifico che non possiamo fare entrare in struttura persone sane che poi escono contagiate».

In una parola, di un gatto che si morde la coda si tratta, e quel che è certo è che i parenti di buona parte dei 115 ospiti della Rsa di Chiavenna dovranno armarsi ancora di un poco di pazienza e attendere la fine di questa buriana concomitante con l’aumento in atto, diffuso, dei contagi.

«Martedì eravamo a più 150 in provincia di Sondrio - dice Emilvio Fascendini , direttore sanitario della Rsa “Casa Madonna del Lavoro” di Nuova Olonio, di Dubino -, per cui per ora qui si procede con grandissima cautela rispetto all’apertura alle visite. Perché sappiamo bene cosa succede, poi, quando il virus entra. Per quanto possano essere blandi gli effetti di questa variante su persone protette dai vaccini, la prudenza non è mai troppa viste le fragilità che gestiamo».

Attualmente alla Rsa di Dubino, così come alla Rsd, non si registrano positività, ma Fascendini sa, per esperienza, che basta un istante perché la rotta si inverta. E cerca di fare in modo che non accada.

Atteggiamento di grande prudenza anche alla Rsa “Fondazione città di Sondrio”, dove pure, nella struttura di via Don Guanella, sono riemerse positività in alcuni ospiti. «Situazioni del tutto gestibili al momento - assicura Costantino Tornadù , presidente della Rsa -, però dobbiamo sempre usare ogni riguardo. Per cui puntiamo a una riapertura alle visite, nella modalità classica, entro fine mese, prima non è possibile».

È tutto pronto per riattivare le visite dei parenti a partire da lunedì prossimo, 28 marzo, infine, nella Rsa “Corti Nemesio” di Delebio, 84 ospiti, mai interessata dal contagio.

«Noi puntiamo a questo - dice Franco Pescatori , suo direttore - e siamo pronti, però le visite si terranno in due sale del piano terra, con fino a due parenti per ospite. Nei reparti entrerà solo un parente per volta da ospiti allettati».

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