«Ponte di Molteno, si è sfiorato il crollo come ad Annone». E ora è polemica su chi dovrà pagare i lavori

In viale Consolini, nel pieno centro di Molteno, si è rischiato di replicare il dramma del ponte di Annone: per l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Andrea Bassani, «è stato infatti grazie alla presenza di due strutture in cemento armato che fanno da cintura a quella antica, in pietra: solo così si è prevenuto un crollo che sarebbe altrimenti avvenuto quasi certamente senza preavviso».

Cioè, sotto il peso del traffico da e per la vicina statale 36, il viale sarebbe improvvisamente sprofondato nel sottostante fiume Bevera, trascinando con sé tutto ciò che - camion, auto, bici, pedoni - si fosse trovato a transitare in quel momento. Il tema è stato affrontato l’altra sera in consiglio comunale; Bassani ha riferito che «il manufatto manifesta un importante cedimento a livello della calotta, ed è fatto ad arco». Una descrizione molto chiara.

L’imbarazzo generale non è tanto per il pericolo sfiorato nonostante negli ultimi anni i viadotti del territorio siano stati pressoché tutti sottoposti a prove di carico e rinforzi, tranne questo; il punto è anche a chi tocca provvedere adesso: il copione pare lo stesso di Annone, pure in questo; notoriamente, è stata la titolarità del ponte, differente da quella della strada, ad avere tenuto banco in tribunale per il tragico crollo del viadotto nel comune vicino. A Molteno, il sindaco Giuseppe Chiarella annuncia: «Per il momento, il nostro Comune non paga: mi pare ovvio che i soldi dei moltenesi non vadano spesi su qualcosa che non è di nostra proprietà. L’ordinanza di chiusura della viabilità è stata possibile perché la strada è nostra - ha detto in risposta ai dubbi del consigliere comunale di minoranza Giovanni Galimberti -. Invece, la proprietà del ponte va accertata. Crediamo sia antecedente al 1900. Ci stiamo attivando, abbiamo scritto anche alla Provincia di Como, preesistente a quella di Lecco: vedremo cosa ci risponderà. Se risulterà nostro, ce ne occuperemo».

Nel frattempo, come è noto, tutto il traffico pesante è deviato sul ponte di Bosisio, rinforzato di recente; inoltre, è d’obbligo per i camion transitare per il Dosso di Coroldo, sulla ridotta viabilità tra le case del quartiere residenziale. La situazione si protrarrà sicuramente a lungo e non solo nelle ricerche sulla titolarità. L’assessore Bassani ha chiarito: «Non abbiamo ancora perizie di dettaglio tali da stimare gli eventuali costi, tuttavia diciamo che 100.000 euro basterebbero a malapena per le spese di progettazione e sistemazione iniziale. La sensazione nostra e dell’ingegnere strutturista è che ci aspetta un intervento, però, molto più importante. Infatti, la valutazione è sul senso di un ripristino che non modifichi la struttura - già rivelatasi problematica in caso di piene del Bevera - Altrimenti, potrebbe tornare di attualità l’ipotesi di un bypass già considerata anni addietro, ma chiaramente eseguirlo implica analisi delle conseguenze idrauliche, impattanti sull’intero bacino del Lambro».

Il 5 dicembre scorso il ponte di viale Consolini era stato precluso inizialmente ai camion sopra le 3,5 tonnellate per quella che sembrava una banale falla apertasi nel manto stradale: l’escalation di provvedimenti, con una serie di sopralluoghi, è giunta poi sino alla totale chiusura, dapprima «prudenziale» e, infine, sine die.

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