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Giovedì 13 Settembre 2012
Politecnico Lecco
Edifici in bambù per l'Africa
Una quindicina di studenti del Politecnico di Lecco protagonista alla Biennale di Venezia con il workshop internazionale Build Our Nation: la creatività a servizio dell'uomo.
Alla tredicesima Mostra internazionale di architettura che sta tenendo banco in questo periodo in Laguna, dunque, c'è uno spazio occupato da una quarantina di studenti che, ormai da due anni, stanno lavorando ad un progetto di grande rilievo non solo tecnico ma anche e soprattutto sociale.
Si tratta dello sviluppo di un centro polifunzionale dedicato alle donne nella cittadina di Bukavu in Congo. L'iniziativa coinvolge quattro scuole di tre Paesi (Robert Gordon University di Aberdeen - Scozia, Universidad Politecnica de Catalunya, Escola Tècnica Superior d'Arquitectura de Reus e Politecnico di Milano - Polo territoriale di Lecco, con i docenti responsabili Massimo Tadi e Gabriele Masera), 250 studenti, 20 docenti, 2 associazioni e 1.000 donne congolesi a cui il progetto è dedicato.
Dallo scorso 3 settembre, all'Arsenale Tese, i ragazzi stanno realizzando un modulo costruttivo in bambù, finalizzato alla redazione di un manuale per il montaggio che possa essere compreso dalle donne che lo riceveranno.
«È un'esperienza incredibile - ha commentato Michele Cesarin, uno dei ragazzi impegnati a Venezia -: lavorare alla Biennale non è come farlo in ufficio o in università. Ci sono tante persone che ci aiutano, che guardano e seguono il nostro lavoro, con il quale vogliamo dare alle donne di Bukavu, ma anche a quelle di altre realtà africane, la possibilità di ottenere un minimo di indipendenza».
A coordinare i ragazzi è il ricercatore Marcello Pari. «La presentazione del risultato finale del nostro lavoro si terrà domani. Questo manuale permetterà alle donne di apprendere come costruire un intero villaggio in bambù, con scuole, alloggi, infermeria».
Questa fase è lo step conclusivo di un progetto articolato, durante il quale il team progettuale composto da un gruppo eterogeneo di studenti, docenti e professionisti è passato dalle diverse fasi di ideazione allo sviluppo e alla realizzazione di uno spazio dedicato e sicuro.
La tecnologia costruttiva e la struttura dell'edificio sono state pensate per consentire la costruzione da parte delle donne; semplicità, leggerezza, flessibilità e rapidità di esecuzione. In questo modo si punta a migliorare la condizione di tante donne che vivono in condizioni difficili.
Per chi fosse interessato è possibile seguire lo svolgimento delle attività tramite un blog dedicato sul sito del progetto: http://bon-biennale.tumblr.com.
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