Pmi: il caro energia pesa per 180 milioni. In un solo anno

Confartigianato Il presidente lombardo, Massetti: «Il rimbalzo post pandemia è finito, le nostre imprese lavorano ormai in una sorta di “nuova normalità”»

Oltre 180 milioni di euro in un anno: a tanto ammonta, secondo la stima di Confartigianato, la maggiore spesa che le micro e piccole imprese del territorio lecchese hanno dovuto sostenere a causa del caro energia, che ha impattato pesantemente le aziende energivore e gasivore.

Una situazione che, se da un lato pare destinata ad alleggerire il proprio peso in virtù del “rientro” delle quotazioni, è aggravata dai continui aumenti di tasso applicati dalla Bce, che sta generando problemi tanto al sistema imprenditoriale quanto alle famiglie.

In questo quadro complessivo, il Pil lombardo nel 2022 ha fatto segnare un incremento di 4 punti, mentre le previsioni per quest’anno sono molto più contenute, pari a meno di un punto percentuale (+0,8%), con valori che restano comunque sopra il livello prepandemia (+4,4%).

«Il rimbalzo post pandemia è finito, le nostre imprese lavorano ormai in una “nuova normalità” che contempla prezzi delle materie prime assai più alti e commodities energetiche che hanno subito rincari importanti - commenta il presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti -. La capacità di rapido adattamento delle Mpi si conferma ancora una volta la carta vincente, con aziende che continuano ad avere bisogno di lavoratori per rispondere alle esigenze del mercato, creando così opportunità professionali e di crescita a chi vive sul territorio».

«Vediamo, tuttavia, delinearsi all’orizzonte una stretta del credito che ci preoccupa - prosegue - perché le piccole realtà produttive già sostengono costi più elevati; è un tema che interessa trasversalmente tutti i settori e che non esime le Costruzioni, che hanno fatto da traino alla ripresa, e che vedono davanti a sé la sfida degli obiettivi europei sugli edifici green».

Il raffreddamento della crescita è conseguenza del protrarsi del clima di incertezza che scaturisce da diversi fattori di criticità. Uno tra tutti l’inflazione che a dicembre 2022 in Lombardia ha segnato un incremento a doppia cifra, pari al +11%. Tra le province in cui tale trend risulta più marcato figura naturalmente Lecco, dove i prezzi del paniere sono schizzati all’insù mediamente dell’11,8% (anche se tra i banchi dei supermercati i rincari sono anche di molto superiori), oltre a Milano (+12,0%) e Varese (+11,5%).

Alla crescita dei prezzi sta contribuendo una dinamica mai vista dei prezzi dell’energia: i prezzi al consumo di elettricità, gas e altri combustibili sono più che raddoppiati e in Lombardia registrano un incremento del 133%. A livello provinciale aumenti più elevati si osservano per Lodi (+140,5%), Milano (+135,6%) e Varese (+135,1%).

Per il caro bollette si stima, nel 2022 rispetto all’anno precedente, una maggiore spesa per le Mpi lombarde di 4.816 milioni di euro di cui 1.560 milioni a Milano, 730 milioni a Brescia, 595 milioni a Bergamo, 410 milioni a Monza-B., 399 milioni a Varese, 281 milioni a Como, 195 milioni a Mantova, 178 milioni a Pavia, 145 milioni a Cremona, 77 milioni a Sondrio e 66 milioni a Lodi. Pesante il dato lecchese: 181 milioni di euro l’esborso ulteriore rispetto alla media degli anni precedenti.

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