Cultura e Spettacoli / Sondrio e cintura
Sabato 26 Luglio 2014
Pili conquista Camaiore
Il “suo” è un Gaber diverso
La cantante sondriese al festival dedicato al padre del teatrocanzone - Si è esibita ne “L’impotenza”, di rado proposta nei tributi al Signor G
Una fotografia stenopeica della serata presenterebbe, probabilmente, un mare di folla in movimento attraverso gli immobili edifici del centro della lucchese Camaiore: e sullo sfondo il palco principale allestito nella centrale piazza XXIX Maggio dove - in chiusura del “concerto itinerante” ideato e diretto domenica scorsa dal drammaturgo Gian Piero Alloisio per l’XI Festival “Giorgio Gaber” - è stata la voce della cantante sondriese Patrizia Pili ad accostarsi alle chitarre di Gianni Martini (storico chitarrista del signor G.) e dello stesso Alloisio sulle note de “L’impotenza”.
A coronamento di una serata che, nell’ambito della manifestazione toscana, l’ex collaboratore (e amico) di Giorgio Gaber ha pensato apposta per distribuire lungo le vie del borgo lucchese una serie di eventi musicali, figurativi e teatrali che hanno reso onore nel migliore dei modi alle diverse sfaccettature della personalità artistica del cantautore milanese.
«C’erano leggii, strumenti, attori e pittori ovunque lungo le strade del centro: la serata è andata benissimo sotto tutti gli aspetti, da quello artistico all’accoglienza riservataci dagli organizzatori. Si sentiva che era forte in tutti l’amore per Gaber» il ricordo entusiasta della cantante che da diverso tempo porta sulle scene valtellinesi (e non solo) insieme al chitarrista Antonello Iannello e all’attore Bruno Fanchetti (sotto la regia di Davide Benedetti) lo spettacolo “Un viaggio con GiGi” pensato e promosso dall’associazione “Il Contatto” dell’Arci Sondrio. Una musicista capace, si legge nella nota diffusa dallo stesso Alloisio a commento della serata di Camaiore, di proporre «un brano di grande bellezza raramente proposto nei tributi al Signor G: “L’impotenza”; la voce intensa di una Patrizia Pili consapevole di ogni sfumatura del testo ha restituito al pubblico uno dei messaggi più significativi dell’opera di Gaber-Luporini: la nostra impotenza a fare un vero gesto d’amore».
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