Piccole irregolarità edilizie, «Il “salva-casa” è positivo»

Confartigianato Sondrio sulla sanatoria: «Sblocca il mercato». Panizza: «Si poteva puntare di più su economia circolare e green». Ance Lecco Sondrio: «Misura utile»

La sanatoria delle piccole irregolarità edilizie piace a Confartigianato Sondrio anche se secondo Anaepa-Confartigianato Edilizia Sondrio si poteva fare di più.

E’ un giudizio sostanzialmente positivo quello espresso da Alberto Romagna Laini, referente del settore per l’associazione di categoria valtellinese, e di Paolo Panizza sul cosiddetto “salva-casa”, il decreto voluto dal ministro Matteo Salvini che prevede la possibilità di “mettere in ordine” gli interventi realizzati entro il 24 maggio di quest’anno, con tolleranze costruttive tra il 2% e il 5% e anche le cosiddette tolleranze esecutive: irregolarità geometriche, con minime modifiche alle finiture delle costruzioni, o la diversa collocazione rispetto al progetto di impianti e opere interne. Inclusi anche gli errori progettuali corretti in cantiere, e il minor dimensionamento dell’edificio. E per l’edilizia libera vetrate panoramiche amovibili e tende di protezione, purché non chiudano spazi in modo stabile. La doppia conformità alla normativa vigente al momento della realizzazione e alla presentazione dell’istanza sarà richiesta solo nei casi più gravi.

Il mercato immobiliare

«Riteniamo che il decreto sia positivo – dice Romagna Laini – perché dà la possibilità di sanare i piccoli interventi e potrà essere in questo modo d’aiuto anche nello sbloccare il mercato immobiliare delle compravendite».

«Le piccole correzioni dal 2 al 5% ci stanno, così come la possibilità di cambio di destinazione d’uso che è più veloce – aggiunge Panizza – però si poteva fare molto di più. Non dico che ci aspettassimo una sanatoria completa, ma uno sforzo maggiore sull’economia circolare e green con gli sgravi si poteva fare. Anche sulla rigenerazione urbana dei centri storici dove riuscire ad intervenire è molto complicato, direi impossibile senza l’intervento dei Comuni». Il decreto incide sui tempi della burocrazia - « e questa è certamente una nota positiva» dice Panizza - introducendo il “silenzio assenso” da parte dell’amministrazione. Se il permesso è in sanatoria la risposta deve arrivare in 45 giorni; ed entro 30 giorni per la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia). Solo per gli immobili soggetti a vincolo paesaggistico, si aggiungono fino a 180 giorni.

Diventa più semplice anche il cambio di destinazione d’uso dell’unità immobiliare, sempre ammesso nella stessa categoria funzionale, e tra residenziale, turistico-ricettiva, produttiva e direzionale e commerciale.

Il tema Superbonus

Un tema quello delle sanatorie che è emerso soprattutto con il Superbonus. «Il 110 ha fatto emergere le irregolarità tra i progetti depositati e lo stato di fatto - ancora Romagna Laini - e soprattutto all’inizio la necessità di sanarle ha rappresentato un freno. Poter intervenire in maniera più “snella” è certamente un fattore positivo purché lo si faccia attraverso professionisti e imprese qualificate». E’ questo infatti l’unico rischio che ravvisa nell’iniziativa: che le persone possano occuparsi delle sanatorie non in maniera professionale. «Bisogna rivolgersi alle imprese di qualità - insiste Romagna Laini - per interventi a regola d’arte».

Rispettando questo assunto il “salva-casa”, secondo il rappresentante di Confartigianato, può diventare un ulteriore aiuto al comparto edilizio «che adesso sta ancora lavorando, ma che subirà sicuramente un contraccolpo dal blocco del Superbonus. Il problema – lancia il grido d’allarme Romagna Laini - è la mancanza di stabilità normativa che impedisce la programmazione a medio e lungo termine con tutto ciò che ne consegue anche in termini di occupazione».

«Senza dimenticare – aggiunge Panizza – che il ventilato abbassamento degli sgravi dal 50 al 30% rischia di dare il colpo di grazia all’edilizia. Quella privata è già ferma. Il 110 è stato un errore, ma ora non si può neppure tagliare così drasticamente. L’ideale sarebbe stato prevedere un 65%, ma strutturale». M.Bor.

Soddisfatta anche Ance (costruttori): «Misura utile»

«Da una prima analisi effettuata, non possiamo che valutare positivamente il Decreto Salva Casa di Salvini».

Commenta così Luca Fabi, presidente di Ance Lecco e Sondrio, associazione che riunisce le aziende del settore edile e delle costruzioni delle due province, il nuovo documento realizzato dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta ufficiale in queste ore e comprende diversi ambiti di intervento sul fronte delle difformità edilizie. Il testo, rinviato diverse volte per limarne alcuni aspetti, nella sua versione rivista trova il placet degli alleati di governo.

«Questo provvedimento è utile e apprezzabile, perché risolve quelle piccole problematiche che può avere un’abitazione, e che però rappresentano una grande problematica – commenta Fabi – Il tutto perché le piccole difformità non consentono la vendita dell’immobile o non consentono l’ottenimento di un mutuo; quindi, noi vediamo molto favorevolmente questo decreto, che non ha l’aspetto di un condono, bensì l’aspetto di un decreto che risolve queste piccole problematiche. Sicuramente – prosegue il presidente dell’associazione dei costruttori - quello a cui noi auspichiamo è una riforma dei testi normativi che regolano la nostra urbanistica e l’edilizia che preveda una semplificazione e che preveda un’uniformità anche legislativa, questo è l’auspicio che noi di Ance e noi costruttori abbiamo per il futuro».

Diverse le novità introdotte dal decreto. Niente violazioni edilizie per il mancato rispetto dell’altezza, dei distacchi, della cubatura, delle superfici coperte, con specifiche crescenti fino al 5% delle misure previste nel titolo abitativo a seconda delle metrature per opere realizzare entro il 24 maggio 2024. Cambi di destinazione d’uso più facili. Una nuova fattispecie di intervento di edilizia libera che include tende da sole, da esterno. Una “sanatoria” sui dehors realizzati durante l’emergenza Covid per finalità «sanitarie, assistenziali, educative» e mantenuti in esercizio.

«Il decreto legge reca disposizioni di carattere urgente e di natura puntuale volte a fornire un riscontro immediato e concreto al crescente fabbisogno abitativo, supportando, al contempo, gli obiettivi di recupero del patrimonio edilizio esistente e di riduzione del consumo del suolo», specifica la relazione illustrativa del Dl salva-casa. Si tratta, prosegue il documento, di «rimuovere quegli ostacoli - ricorrenti nella prassi - che determinano lo stallo delle compravendite a causa di irregolarità formali». A sorpresa nel testo entra anche un passaggio che prevede le strutture amovibili realizzate durante l’emergenza Covid per finalità «sanitarie, assistenziali, educative» e mantenute in esercizio alla data di entrata in vigore della presente disposizione «possono rimanere installate in deroga al vincolo temporale» in presenza di «comprovate e obiettive esigenze idonee a dimostrarne la perdurante necessità». M.Col.

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