Cronaca
Lunedì 04 Aprile 2016
Piazza Affari? «È un parcheggio»
Lecco, il sindaco Brivio sostiene che la sua vocazione non è mai stata quella di diventare anche spazio per eventi e spettacoli:«Impossibile, le scelte progettuali erano obbligate»
Allora ci toccherà archiviare piazza Affari tra le occasioni perse, visto che i quattro pali della luce da otto metri svettanti proprio nel centro precludono qualsiasi sogno di tornare a usarla anche per gli spettacoli, con bel palco in mezzo e tanto di tribune?
Il sindaco Virginio Brivio non ci sta: «Attenzione - mette le mani avanti -: la prima destinazione di quella piazza è tornare a fare servizio di parcheggio per i residenti, gli utenti del tribunale, le attività commerciali e i cittadini. Nessuno ha mai detto che la sua vocazione fosse quella di diventare un centro aggregativo e culturale».
Una vocazione primaria forse no, eppure in tante occasioni, specie in tarda primavera, ogni volta che si montava il palco in piazza Garibaldi, come accadrà a breve per l’ennesima volta, si ripeteva come un mantra «che bello quando potremo tornare là a organizzare iniziative culturali e di intrattenimento». Un sogno che infiammava l’immaginazione della precedente amministrazione capitanata sempre da Brivio, e di fatto confermata dalla delusione con cui l’attuale assessore alla cultura Simona Piazza.
Ma il progetto chi l’ha fatto e chi l’ha seguito? «L’ha fatto la società che ha progettato la ristrutturazione del tribunale,la Politecnica di Firenze,in base alle indicazioni avute dal ministero e ,certo, anche dal Comune», dice Brivio che aggiunge: «Ci assumiamo integralmente la responsabilità di quella scelta , e mi permetto però di rilevare anche un altro aspetto della questione che non è stato considerato: se vogliamo i quattro lampioni incriminati non sono il problema principale, anzi. Tra quei pali c’è un’area per le bocchette di aerazione che mai e poi mai potrebbe essere coperta da un palco e da tribune. Perché la piazza ha cambiato faccia, non è più come una volta: sotto c’è un piano di parcheggi che prima non c’era, c’è il sistema antincendio per il tribunale e il Teatro della Società con le vasche di accumulo, ci sono gli archivi degli uffici giudiziari e insomma tutto un complesso sistema di sottoservizi e di elementi tecnologici che di fatto hanno reso obbligatorie certe scelte progettuali. Parlare di errore, di disattenzione, di superficialità mi sembra dunque sostanzialmente sbagliato».
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