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Lunedì 04 Febbraio 2013
Pian di Spagna, libro bianco
E nuovo esposto in Procura
«Il libro bianco evidenzia le carenze, ma crediamo fortemente nel valore di quest'area la cui gestione ha ampi margini di miglioramento». Un messaggio positivo, quello che il presidente del Wwf Valtellina e Valchiavenna ha voluto dare nel corso della presentazione del libro bianco sulla Riserva
Un messaggio positivo, quello che il presidente del Wwf Valtellina e Valchiavenna ha voluto dare nel corso della presentazione del libro bianco sulla Riserva del Pian di Spagna che, per contenuti, lascia aperte molte questioni sul futuro di quest'area «rimasta in parte legata a problemi che si trascinano da decenni. Questo libro è ciò che vogliamo presentare anche alla prossima amministrazione regionale - ha proseguito William Vaninetti - perché al di là degli enti locali, le risorse economiche destinate alle aree protette, ma anche le scelte politiche e culturali vengono dettate a livello regionale e molto quindi dipende dal modo in cui le questioni saranno affrontate a quel livello».
Allo stesso modo, il libro bianco sarà anche «una base - come ha spiegato Costanza Panella, rappresentante delle associazioni ambientaliste nel nuovo organo della Comunità della Riserva - dalla quale trarremo i contenuti dell'esposto alla Procura che sarà presentato prossimamente per riunire tutte le criticità osservate all'interno della Riserva. Tra queste rientra anche l'ultimo abuso di cementificazione dell'azienda Borgofrancone che nonostante il contrasto con tutte le norme di tutela non ha ottenuto ascolto nemmeno al Tar che ha deciso di non accogliere la sospensiva richiesta dalle nostre associazioni».
Diversi i punti indicati dal nuovo libro bianco redatto dal nuovo osservatorio costituito da Legambiente, Wwf, Cros di Varenna, Arci e Centro di ricerca Scanagatta come prioritari per il futuro della Riserva del Pian di Spagna. Si parte dalla pianta organica «che non può essere ridotta a un paio di volenterosi tuttofare ma necessita almeno di un direttore, due amministrativi e due agenti di vigilanza».
Viene inoltre segnalata la necessità di costituire un comitato scientifico che curi l'aspetto naturalistico e di far diventare la Riserva un centro di studio e ricerca. Un occhio di riguardo va anche all'agricoltura tradizionale «che deve progressivamente ripulirsi dalla schiavitù della chimica e porsi come obiettivo la produzione biologica».
Le associazioni indicano il bisogno di una «rapida approvazione del piano di gestione che escluda nuove edificazioni in aree ancora vergini e fissi norme chiare e condivise» e torna sull'ampliamento dei confini dell'area protetta che «sarebbe un concreto segnale, finalmente, della volontà di frenare realmente la cementificazione del territorio di fondovalle».
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