Cara Provincia,
tra le macerie della programmazione televisiva, spunta ogni tanto una rara gemma, una produzione realizzata con attenzione e bravura, in cui si percepisce l'impegno ma anche l'entusiasmo con cui attori e regia hanno fatto fronte alle difficoltà. Parlo della miniserie, trasmessa il giovedì su Rai1, dedicata al “Giovane Montalbano” tratta dai racconti di Andrea Camilleri che indagano sui primi anni di servizio del più celebre commissario italiano.
Il poliziotto è interpretato con grande slancio ed efficacia da Michele Riondino, che si è trovato a competere con un “monumento” della fiction televisiva come Luca Zingaretti, ma ha saputo cavarsela a meraviglia, come del resto gli altri attori, impegnati a plasmare i personaggi della serie maggiore ma con qualche anno di meno.
Dopo i primi attimi di disorientamento, dovuti all'abitudine di incontrare Catarella con il volto di Angelo Russo o Mimì Augello con quello di Cesare Bocci, e invece visti qui con quello di altri interpreti, ci si cala a meraviglia nelle atmosfere maliarde un po' misteriose della Sicilia camilleriana, a dimostrazione del potere fascinatore della televisione, quando è fatta con tutti i crismi.
Aldo Ferraguti
Lecco
Caro Ferraguti,
la supervisione dello stesso Andrea Camilleri - già delegato di produzione a uno degli sceneggiati Rai più seguiti della storia, quello del commissario Maigret con Gino Cervi - alla nuova produzione televisiva, era garanzia di qualità, dimostrata poi con i fatti da un cast di tutto rispetto. La bellezza delle storie e dei luoghi in cui si è girato fanno il resto, a dimostrazione di come, con idee originali e bravi attori, anche la nostra bistrattata televisione può competere con le maggiori del mondo. Lo sceneggiato, infatti, è già stato acquistato dal mercato estero ancora prima della programmazione italiana.
Vittorio Colombo
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