Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 17 Aprile 2019
«Per Paganoni perizia e abbreviato»
Dopo l’omicidio in città. L’avvocato Giuseppe Romualdi preannuncia i prossimi passi nella vicenda giudiziaria: «Ritengo indispensabile che un medico valuti se il signor Giulio quando ha strangolato la sorella fosse in sé».
Ha già le idee molto chiare l’avvocato Giuseppe Romualdi che si occupa della difesa di Giulio Paganoni, il pensionato di 73 anni che lunedì mattina ha strangolato la sorella Lina (di 15 anni più anziana di lui), che un ictus aveva reso praticamente non più auto sufficiente. «Per prima cosa chiederemo che uno psichiatra valuti se il signor Giulio fosse o meno in grado di intendere e volere nel momento in cui ha deciso di porre fine alla vita di sua sorella e alla sua, perché non dimentichiamoci che quell’uomo aveva già preparato un cappio... Vedendo lo stato di depressione in cui si trova in questi giorni, credo sia doveroso accertarsi del suo stato mentale. E poi, una volta acquisito il parere di un medico, percorreremo la via del rito abbreviato».
In una parola, il processo non arriverà in aula, ma verrà celebrato direttamente in udienza preliminare e a porte chiuse. Paganoni, del resto, è reo confesso. Ha già raccontato per filo e per segno cosa ha fatto quel lunedì mattina e quali sono le drammatiche motivazioni che lo hanno spinto a compiere quel gesto. Lui di vedere la sorella in quello stato non ne poteva più. E soprattutto non si sentiva in grado di gestire quella situazione, soprattutto dopo aver visto fallire il tentativo di affidarsi a una badante (che peraltro è già stata sentita dagli inquirenti, così come le vicine di casa a cui l’uomo si era rivolto per avere una mano in questo gravoso compito).
Quindi, secondo l’avvocato - penalista di lungo corso e noto per essere poco avvezzo a far perdere tempo e soldi ai suoi clienti -, non c’è motivo di andare a dibattimento. Senza contare il fatto che la richiesta di un rito alternativo consentirebbe al signor Giulio di poter contare sullo “sconto” di un terzo sulla pena. E poiché il delitto di cui è accusato non prevede l’ergastolo, dal momento che i due avevano “solo” un legame di parentela (diverso, ad esempio, il caso se fossero stati marito e moglie o amanti), va da sé che l’avvocato punti a ottenere il minimo della pena, anche in considerazione dell’età dell’uomo e soprattutto del fatto che il suo cliente è incensurato (alle spalle ha solo un vecchio precedente per contrabbando).
Facendo dunque un po’ di calcoli, Paganoni potrebbe rischiare un pena di 21 anni che decurtati di un terzo concesso dal rito alternativo scenderebbero a 14 e che potrebbero diminuire ulteriormente se il calcolo delle aggravanti e delle generiche fosse in suo favore. Chissà, magari addirittura potrebbe cavarsela con meno di 10 anni. Ma in carcere a quel punto ci dovrà andare. Solo in questa fase delle indagini ha potuto evitarlo data la sua età. Motivo per cui, mercoledì mattina, l’uomo ha lasciato via Caimi per essere ospitato da una parente ad Albosaggia.
Ma questi sono ragionamenti in linea puramente teorica. Prima che si arrivi a una sentenza passerà comunque del tempo. Intanto il lavoro degli investigatori prosegue e proprio lunedì è in programma l’autopsia sul corpo della signora Lina (Andreina all’anagrafe) a cui parteciperà anche un tossicologo incaricato dalla Procura per effettuare analisi dettagliate.
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