Cronaca / Valchiavenna
Domenica 03 Dicembre 2017
Per il parco botanico del Paradiso
si mobilita anche la popolazione
Dopo la levata di scudi dell’ente montano e del Comune di Chiavenna nasce ora un comitato.
Si mobilitano i cittadini per formare un comitato contro il rischio che il complesso del parco botanico del Paradiso e del Castellaccio passi di mano per quanto riguarda la gestione, dalla Comunità Montana Valchiavenna al Parco delle Orobie.
«L’iniziativa – spiega Guglielmo Scaramellini - è nata fra un gruppo di cittadine e cittadini di Chiavenna che, in appoggio alle richieste della Comunità Montana e del Comune di Chiavenna, chiedono alla Regione di non incorporare il Museo-giardino botanico del Paradiso-Castellaccio al Parco delle Orobie Valtellinesi, in quanto non “parco naturale” ma museo». Da qui la nascita di un comitato «per la gestione unitaria, dinamica e trasparente del complesso del Paradiso-Castellaccio di Chiavenna al fine immediato di tutelarne l’autonomia per poterlo valorizzare».
In questi giorni i vertici di Comune, Cm, Regione e Parco Orobie hanno ricevuto una lettera che spiega le finalità del gruppo «transitorio e che intende giungere alla costituzione di un Comitato che unisca cittadini, associazioni ed esponenti di enti locali e venga formalizzato in una riunione pubblica da tenersi nella seconda settimana di dicembre. I tempi di avvio devono essere ristretti in quanto il Museo del Paradiso di Chiavenna e l’intero complesso corrono il rischio di essere sottratti alla comunità chiavennasca con il trasferimento della gestione a un ente della Regione: il Parco delle Orobie. È invece importante recuperare la piena autonomia amministrativa e una nuova volontà di iniziativa in modo che la comunità di Valle possa rilanciare l’intero complesso sia come bene a disposizione dei cittadini sia come elemento di attrazione di un turismo culturale in significativo sviluppo, lungo l’asse della Bregaglia e lungo quello dello Spluga. Il Paradiso è un pezzo della tradizione della valle, nato dall’iniziativa dell’Avis di Chiavenna e cresciuto via via, a partire dagli anni 50 grazie a notevoli apporti di singoli e di istituzioni».
Niente contro i gestori del Parco Orobie, chiarisce il gruppo: «La richiesta non è motivata da sfiducia nell’attuale gestione del Parco Orobie, ma pensando a un futuro, che si spera lontano, quando gli attuali gestori, persone di provata qualità, non ne saranno più responsabili».
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