Cronaca / Valchiavenna
Mercoledì 04 Dicembre 2013
«Per i Comuni difficoltà
destinate a crescere»
’è tanta delusione fra i promotori del referendum per la fusione dei Comuni di Chiavenna, Gordona, Menarola, Mese e Prata Camportaccio
«Prendiamo atto del risultato, ma le difficoltà per i nostri Comuni restano e sono destinate a crescere». C’è tanta delusione fra i promotori del referendum per la fusione dei Comuni di Chiavenna, Gordona, Menarola, Mese e Prata Camportaccio.
Quella offerta dal referendum, secondo gli amministratori che hanno supportato il percorso di aggregazione, è stata un’occasione storica. Un treno che – sempre secondo il fronte del sì – è passato e la cittadinanza di tre Comuni ha deciso - democraticamente - di non volere prendere. Ora la vita amministrativa prosegue con tutte le attività in calendario e tutto lascia pensare che si arriverà senza cambiamenti alla naturale conclusione dei mandati.
«Prendiamo atto del risultato del referendum consultivo – spiegano i portavoce del comitato -. Dice che i cittadini di due Comuni hanno espresso chiaramente la loro volontà di procedere al processo di fusione e quelli di tre non lo vogliono fare. Il risultato complessivo relativo ai 5047 cittadini che hanno espresso il voto dice che 2576 hanno detto sì e 2497 hanno detto no. Tocca ora alla Regione Lombardia interpretare il risultato». La sconfitta, chiaramente, non ha fatto cambiare idea ai cinque sindaci Maurizio De Pedrini, Luigi Codazzi, Maria Laura Bronda, Mario Biavaschi e Aldo Pedeferri. «Come Comitato del sì, ribadiamo le motivazioni che hanno spinto gli amministratori dei cinque Comuni in causa a proporre l’iter referendario profondamente preoccupati per il futuro amministrativo delle proprie comunità. Le difficoltà, sia in termini amministrativi sia finanziari, ci sono e sono ineluttabilmente destinate a crescere in futuro». C’è anche un auspicio legato al clima che caratterizza la vita della comunità valchiavennasca. In alcuni momenti i toni sono stati accesi e si è passati dal confronto – spesso molto limitato – allo scontro acceso.
«Ci auguriamo che il clima di astio e di ostilità troppe volte emerso in questa campagna referendaria, verso singole persone o intere comunità, possa essere rasserenato da una sana e civile dialettica democratica». Sui social network, intanto, la discussione continua. C’è il fronte di coloro che parlano di occasione sprecata e quello dei cittadini che prendono atto con grande soddisfazione dell’esito della consultazione.
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