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Venerdì 04 Gennaio 2013
Pensioni, un'altra stangata
negato l'aumento a 9mila anziani
Un pensionato su sei in provincia di Sondrio non vedrà alcun aumento del suo assegno di vecchiaia, la cifra resterà "ferma" al valore del 2012. In tutto saranno quasi 9 mila i pensionati beffati sul territorio.
Sondrio - Un pensionato su sei in provincia di Sondrio non vedrà alcun aumento del suo assegno di vecchiaia, la cifra resterà "ferma" al valore del 2012. In tutto saranno quasi 9 mila i pensionati beffati sul territorio.
La tegola arriva dal decreto Salva-Italia del governo Monti, e si abbatte sulle pensioni superiori di tre volte all'importo minimo, cioè ai 1.200 euro netti. Queste non verranno adeguate al costo della vita. Non potranno usufruire degli aumenti legati proprio all'adeguamento dell'inflazione, novemila pensionati di Valtellina e Valchiavenna: la gran maggioranza di loro (8.158) percepisce una pensione di vecchiaia, 246 ricevono una pensione d'invalidità e 332 percepiscono un assegno come superstiti di pensionati.
Il mancato adeguamento delle pensioni superiori ai 1200 euro netti in questo 2013 segue quello, sostanzialmente identico, del 2012.
Due anni con gli importi bloccati significa che in base al crescente costo della vita questi novemila pensionati in 24 mesi perderanno 1.135 euro netti, in pratica una cifra superiore, nella maggior parte dei casi, a una loro mensilità.
In pratica, nel 2012 gli assegni sopra i 1.442 euro lordi hanno perso il 2,7% di rivalutazione, mentre per l'anno che è appena iniziato le pensioni più sacrificate sono quelle di importo superiore ai 1.486 euro, sempre lordi, che saranno costretti a rinunciare alla rivalutazione del 3%.
Per fare alcuni esempi, una pensione da duemila euro lordi, cioè 1.576 netti perde in pratica 1.020 euro nel biennio 2012-2013: 478 euro l'anno scorso e il resto nel 2013. Chi percepisce, invece, un assegno di 1.217 euro netti, cifra "spartiacque" tra le pensioni che verranno rivalutate e quelle che non lo saranno in base al costo della vita, ha già perso 363 euro l'anno scorso e per il 2013 arriverà a perdere 776 euro, cioè in pratica la metà, al lordo, del suo assegno mensile che di certo non si può definire già di per sé faraonico.
Sono salve, invece, le pensioni inferiori ai 1.200 euro netti che verranno rivalutate e adeguate in base al costo della vita. Queste pensioni sono la gran parte del totale di quelle percepite in Valtellina e Valchiavenna e sono in pratica 53 mila: quasi la metà (25mila circa) sono pensioni di vecchiaia, altre 3.619 sono pensioni di invalidità, diecimila sono gli assegni per gli invalidi civili, 12.827 le pensioni per i superstiti e 1.361 gli assegni sociali.
Una pensione di mille euro lordi, ad esempio, salirà di 30 euro al mese. La pensione minima, invece, proprio grazie alla rivalutazione del 3% legata all'adeguamento al costo della vita sale dai 481 euro del 2012 a 495,43 euro con un aumento così di 14 euro mensili.
La percentuale del 3% è comunque provvisoria e potrà essere rivista alla fine di quest'anno, come accaduto peraltro nel 2012 quando la rivalutazione fissata al 2,6% è stata poi in realtà del 2,7%. Saranno quindi possibili in caso di variazione di questa percentuale conguagli. Tutto questo fermo restando il fatto che, come sottolineato da più parti a livello sindacale anche un aumento annuale del 3% «è risibile e non garantisce il pieno recupero del potere d'acquisto delle pensioni».
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