Pensioni, arriva la busta arancione
L’Inps ci dice quanto prenderemo
Prime consegne da martedì 26 aprile: la comunicazione dirà quando si potrà andare in pensione e con quanto
Inizieranno ad arrivare oggi le prime delle 150.000 buste arancioni inviate dall’Inps per informare gli italiani su quando andranno in pensione e soprattutto con quanto. Il dibattito sul sistema previdenziale continua intanto ad essere centrale e Matteo Renzi, sollecitato da una cittadina durante i festeggiamenti del 25 Aprile, spiega che al momento non prende impegni sull’aumento delle minime.
Questo anche se lo stesso premier aveva anticipato l’intenzione di destinare il bonus di 80 euro proprio ai pensionati.
Il tema è comunque sul tavolo con il governo che cerca risorse per coprire eventualmente la misura. Il tutto con i sindacati che premono in questo momento per trovare anche soluzioni per consentire al sistema pensionistico una maggior flessibilità in uscita. Annamaria Furlan spiega che bisogna intervenire, al di là degli annunci, «perché abbiamo una legge pensionistica iniqua che tiene inchiodati ai posti di lavoro i padri e i nonni, quando nelle famiglie ci sono giovani disoccupati».
Intanto l’Inps fa i calcoli: da oggi 150mila italiani inizieranno a trovare nella buca delle lettere l’ormai nota busta arancione e a scoprire quindi tra quanti anni potranno lasciare il lavoro e soprattutto su quanto potranno contare come assegno mensile. Magari non tutti saranno felici di scoprire che, ad esempio, la loro anzianità non sarà rose e fiori. Ma l’Inps punta proprio a rendere tutti edotti della propria situazione finanziaria futura. Quindi magari qualcuno potrebbe decidere di integrare con una pensione privata.
L’invio delle buste sarà casuale relativamente all’età e alla professione dei destinatari. Ovviamente, le spedizioni sono dirette solo a quanti non sono digitalizzati, cioè muniti del pin dell’Inps o dello Spid, la password unica che permette l’accesso online ai diversi servizi della pubblica amministrazione. All’interno, chi riceverà la busta, troverà una lettera di tre pagine, con la storia contributiva (e il consiglio a controllare l’estratto conto), la previsione della data di uscita, l’importo dell’assegno e del rapporto tra busta paga e quanto si avrà in tasca una volta a riposo. L’obiettivo dichiarato è rendere consapevoli e quindi vigili i cittadini
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