Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 16 Ottobre 2013
Pellegrino speciale
per dire grazie
Scampato a un incredibile incidente sul lavoro, Stefanino Valmadre si considera un miracolato - Dal 2008 il grosino raggiunge un santuario dopo l’altro, sempre e rigorosamente a piedi
Fra i numerosi soci della sezione di Sondrio dell’Anmil (l’associazione nazionaledegli invalidi del lavoro) presenti domenica nel capoluogo alla 63a giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro c’era anche Stefanino Valmadre, pensionato grosino del ’49.
«Non potevo mancare e quindi ho organizzato il pellegrinaggio verso Medjugorie in maniera tale di esserci».
C’è una piccola particolarità: Stefanino a Medjugorie, a differenza delle migliaia di valtellinesi che ci sono stati e ci andranno - in questi giorni partiranno anche da Livigno - ha raggiunto a piedi la cittadina dell’Erzegovina dopo 23 giorni di cammino.
Sì, perché dal 2008, lui è il pellegrino solitario. Ha più volte raggiunto Santiago de Compostela, è stato a Roma e Gerusalemme, a Fatima, a Lourdes sempre e solo a piedi. «Il traguardo ogni volta deve essere un santuario- afferma il maratoneta della fede - altrimenti mi manca qualcosa».
Cammina per ringraziamento, per dire grazie a Dio per essere un miracolato dopo un incidente sul lavoro, quando una putrella che reggeva delle reti paramassi gli sfondò il parabrezza della Panda dell’Anas che stava guidando, durate l’ennesima perlustrazione della strada del Passo dello Stelvio del quale era il responsabile.
«Era il 5 novembre, avevo posizionato i cartelli di strada non era transitabile cosicché appunto non transitasse nessuno, ma non ho commesso un’imprudenza, è stata una fatalità il mio incidente. Ricordo che ero circa a metà strada quando la putrella si è infilata nell’auto, ha divelto i sedili e mi ha colpito alla spalla sinistra. Io viaggiavo almeno a 90km/h e considerando il peso della putrella e la forza dell’impatto, se mi avesse preso in pieno e non di striscio, non sarei qui a raccontarlo. Non ho mai perso coscienza, cercavo il cellulare per avvisare mi moglie dell’accaduto, l’ho fatto quando sono arrivati i soccorritori».
Da allora un calvario di operazioni, quattro, alla spalla, «affrontate con anestesia locale per mia scelta e così ho visto sul monitor tutto quello che mi facevano», ma grazie ai medici Bonizzoni al Morelli e Di Palma a Sondrio e alla miracolosa acqua termale Stefanino ha recuperato quello che poteva dell’arto infortunato nel 2005. Pensionato nel 2007, quasi per caso scopre su internet i “viaggi dei pellegrini” ed è una folgorazione: «Ho preparato lo zaino sul divano e ho detto alla moglie che sarei partito per Santiago di Compostela, era febbraio del 2008».
Quella volta, da inesperto lo zaino era pesante, aveva gli scarponi : «in pratica era l’equipaggiamento che indossavo al lavoro, con giacca a vento e felpa pesante, poi nei successivi viaggi affrontati nella bella stagione non ho più abbandonato i sandali».
E quei sandali l’hanno portato nel deserto verso Gerusalemme. Cammina da solo, ma incontrando tanti amici: «con una ragazza coreana ho con diviso parecchi chilometri. Ora sono conosciuto e nell’ultimo viaggio a Medjugorie gli amici su internet si sono fatti vivi e mi hanno ospitato nelle varie soste. Non avrebbe lo stesso sapore viaggiare in compagnia, però io seguo su internet anche altri viaggiatori dando i miei consigli».
Quello che non dimenticherà è il penultimo viaggio, quello compiuto in estate con la nipotina Agata di 7 anni. Sempre destinazione Santiago. «Mi diceva sempre che voleva venire a fare un viaggio a piedi col nonno e quando sono finite le scuole mi ha ricordato la promessa che le avevo fatto. Ha camminato sempre per l’intero viaggio. E quando arrivavamo negli ostelli dei pellegrini si lavava i suoi indumenti. È diventata la mascotte in ogni tappa. Ma quando siamo tornati a casa mi ha detto, nonno adesso per 4-5 giorni non ci vediamo più perché sono stufa di vederti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA