Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 19 Marzo 2021
Pedenosso, cade in casa a 89 anni
«Nostra madre in ballo per 16 ore»
Pronto soccorso Il trasferimento a Sondrio, la lunga trafila e poi il ritorno a casa alle tre di notte
«Le chiedo solo di non esagerare nei toni, perché sia io sia mia sorella Mariangela non vogliamo danneggiare nessuno, tanto meno i medici e gli operatori del pronto soccorso di Sondrio. Abbiamo visto che sono tirati al massimo e che cercano di fare il possibile. Però quanto accaduto a nostra madre è inaccettabile».
Lunedì scorso
Così si esprime Graziella, che con la sorella Mariangela, di Pedenosso di Valdidentro, è stata in ballo tutto il giorno, lunedì scorso, fino all’alba del giorno seguente, per sottoporre ad accertamenti la mamma di 89 anni dopo una caduta in casa.
«Il problema non siamo noi, ma la mamma, poverina, ne ha fatta una pelle - dice Graziella -. È vero, è lucidissima, ma è pur sempre molto anziana, non la si può trattenere in un pronto soccorso per ore e ore. Sola, perché noi, ovvio, causa il Covid, non abbiamo potuto stare neanche in sala d’attesa. Abbiamo girato attorno all’ospedale fino a quando, alle 23.30, ci hanno detto di portarla a casa, ma in ambulanza, non in auto, che, ovvio, abbiamo dovuto pagarci. Ma non è neanche quello il punto. Il punto è che noi dobbiamo poter contare sul nostro ospedale, di Sondalo, così non possiamo più andare avanti».
All’origine della travagliata giornata dell’anziana donna, come detto, una caduta in casa con conseguente uscita di sede della protesi all’anca messa in precedenza. La chiamata al 118, l’arrivo dell’ambulanza da Bormio «con due ragazzi veramente gentilissimi», dice Graziella, quindi il trasferimento a Sondrio.
In tarda mattinata
«La mamma voleva andare assolutamente a Sondalo, ma niente da fare, non è stato possibile - dice Graziella -, per cui avanti fino a Sondrio dove è arrivata alle 11.30. Solo alle 16.30, però, abbiamo potuto avere le prime notizie, perché prima è stata fatta la Tac, ma purtroppo l’ortopedico non l’aveva ancora visitata. Allora aspetta l’ortopedico, il quale, alle 18.30, ci ha detto che la situazione era grave e che avremmo dovuto garantire un’assistenza h24 alla mamma».
No al ricovero
E continua: «Noi speravamo proprio che la tenessero in ospedale, almeno per qualche giorno, invece niente, ci hanno detto che non era possibile. A Sondalo ce l’avrebbero tenuta sicuramente in quello stato... Non abbiamo dubbi, al riguardo». A quel punto, aggiunge, «ci hanno detto di aspettare che ci avrebbero dato un responso definitivo e, alle 23.30, ore dopo, ci hanno chiamate per dirci che la mamma non poteva restare lì, in ospedale, a rischio Covid, e che dovevamo portarla a casa, in ambulanza, però, non in auto, perché non poteva viaggiare in quel modo. E che all’ambulanza dovevamo provvedere noi, a pagamento. Cosa dire? Abbiamo provveduto. Abbiamo chiamato Valtellina Soccorso intorno a mezzanotte e venti e abbiamo dovuto aspettare che avessero un mezzo libero, dato che avevano un trasporto in corso. Morale, la mamma è entrata a casa di mia sorella Mariangela, a Pedenosso, alle 3 di notte, dopo 16 ore trascorse su e giù fra Pedenosso e Sondrio e al pronto soccorso dell’ospedale. Sfinita. Senza neanche un bicchiere d'acqua».
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