Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 20 Novembre 2013
Pedaggio per le auto
in Valposchiavo
Questa l’ipotesi riservata ai non residenti, oggetto di riflessione del comitato per il traffico intelligente - L’introduzione di un “green pass” avrebbe come obiettivo salvaguardare ambiente, cultura e territorio
Introdurre il pagamento di un pedaggio per gli automobilisti non residenti che transitano per la Valposchiavo, quindi per tutti coloro che utilizzano la strada del Bernina per raggiungere Livigno.
Su questo tema delicato si sono concentrate negli ultimi giorni le riflessioni del comitato Tivas (Traffico Intelligente in Valposchiavo per un Ambiente Sostenibile). Consapevoli che per risolvere il problema, quella dell’istituzione del pedaggio sia una soluzione di difficile applicabilità per tutta una serie di motivi politici, amministrativi e giuridici, i componenti di Tivas non hanno rinunciato alle riflessioni sulla possibile introduzione di un “green pass”.
In un documento diffuso la scorsa settimana attraverso i media della Valposchiavo, i responsabili di Tivas hanno sottolineato l’importanza della libera circolazione sulle strade pubbliche, ricordando però l’eccezione di “pedaggi di zona” applicati a interi perimetri territoriali.
«Per questi – spiegano da Tivas – sono state introdotte nella Costituzione norme ad hoc. Si tratta della percorrenza delle strade nazionali concessa col pagamento di un forfait annuale, oppure della gabella versata per il transito di veicoli pesanti (oltre le 3.5 tonnellate) e commisurata alle prestazioni (km percorsi, peso, emissioni). Osserviamo che allo stato attuale Cantoni e Comuni non hanno la facoltà di decidere autonomamente l’introduzione di tassazioni di questo tipo, mentre possono far sentire la loro voce e avanzare richieste».
I componenti di Tivas tengono a sottolineare che «in oltre cinquant’anni di inquadramento costituzionale il principio di gratuità di percorrenza delle strade è stato più volte messo in discussione, per via dei sempre più aspri problemi posti dalla mobilità». Come ad esempio è accaduto nell’ultimo anno in alcune aree urbane della Svizzera in cui si è discussa l’istituzione di un pedaggio per le zone più trafficate, proposta poi bocciata . «Crediamo però – sempre Tivas – che le faccende urbane poco o nulla abbiano a che fare con l’onere del traffico di punta che ricade su una vallata stretta e fragile come la nostra. Inoltre, buona parte del rifiuto muoveva dalla valutazione dei costi, giudicati eccessivi rispetto alle entrate. Nel nostro caso la percorrenza avviene lungo un’unica arteria cantonale; i costi di riscossione e controllo sarebbero poco preoccupanti».
Il comitato Tivas precisa, inoltre, che vedrebbe l’introduzione di un “green pass” in Valposchiavo non come un mezzo per coprire i costi delle infrastrutture, bensì come sistema per impedirne una crescita eccessiva.
«Una soluzione – aggiunge – che non è volta al finanziamento di opere civili, semmai alla salvaguardia di ambiente, cultura e territorio».
Esiste in tal senso un rapporto redatto nel 2004 dal Consiglio federale sulle possibilità politiche e giuridiche di ammettere pedaggi. Quelli per zona richiederebbero però una modifica costituzionale:«a meno che il provvedimento non fosse transitorio e sperimentale, ovvero un progetto pilota – precisano da Tivas –. Ciò implicherebbe a sua volta un’ordinanza del Consiglio federale e un referendum facoltativo».
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