Sport / Sondrio e cintura
Domenica 01 Settembre 2013
Patriarca, un argento Mondiale
«Non l’ho ancora realizzato»
Con una squadra interamente rinnovata l’Italia si conferma tra le migliori
Nell’ultima giornata di gare a Kiev c’è la possibilità di incrementare il bottino
Camilla Patriarca è d’argento. La ginnasta di Ardenno (quella più in basso nella foto) ha conquistato, sulla pedana di Kiev, con la squadra delle Farfalle Azzurre, la piazza d’onore nel concorso generale ai campionati mondiali di ritmica.
Per la Valtellina si tratta di una storica medaglia nella specialità, la prima in assoluto; per l’Italia la 20a nella storia degli iridati, l’11a d’argento. E poco importa se le azzurre non sono riuscite a conservare il titolo che hanno conquistato negli ultimi tre mondiali. In Ucraina la missione sembrava impossibile, con una formazione completamente rinnovata, rispetto a quella che aveva chiuso il ciclo a Londra 2012, con le uniche “sopravvissute”, la capitana Marta Pagnini e Andreea Stefanescu e le news entry Chiara Ianni, Camilla Bini e le giovanissime Patriarca (18 anni) e Valeria Schiavi (17 anni).
Una squadra molto verde, alle prese con l’emozione del debutto e con le tensioni dovute anche alla giovane età, che era attesa al varco. E loro hanno risposto alla grande, piazzando punteggi di ottimo valore ai due esercizi in programma e chiudendo con un totale di 34,733 punti che le poneva alle spalle della Bielorussia (oro con 35,708), ma davanti all’avversaria di sempre la Russia (34,225), alla Spagna (33,949) e alla Bulgaria (32,933).
Un risultato, alla vigilia, insperato e che vale anche più di una vittoria. Prima di scendere in pedana, Patriarca aveva lanciato un messaggio, che mette in risalto la grande forza di volontà e la caparbietà di queste atlete. «Siamo arrivate a quella meta per la quale abbiamo lavorato duramente tutto l’anno – ha scritto - . Una di quelle che tutti gli sportivi vorrebbero raggiungere e che ho la fortuna di poter vivere... E quindi godiamocela fino in fondo». E l’ardennese adesso la godrà ancor di più, con al collo la bellissima medaglia d’argento mondiale.
Le Farfalle, guidate dalla grandissima esperienza della tecnica Emanuela Maccarani, hanno iniziato la gara con le dieci clavette. Un esercizio “potente” con la musica del Dies Irae, tratto dal Requiem di Giuseppe Verdi.
Per le azzurre, che sono praticamente perfette e non sbagliano un passaggio, uno strepitoso 17,600 che le pone al 2o posto, dietro alla Bielorussia (17,783). Più complessa l’esibizione con le tre palle e i due nastri. Con la colonna sonora del violinista Edvin Marton per una rivisitazione di musiche di Paganini e Chopin, le Farfalle intascano un 17,133 che vale la 4a posizione nell’attrezzo (alle spalle della solita Bielorussia, della Russia e della Bulgaria), ma, quel che più conta, porta all’argento nella classifica all-around.
«In realtà ancora non ho ben realizzato quello che abbiamo fatto e la bellissima medaglia vinta... – le prime parole dell’ardennese, dopo la premiazione -. Il nostro duro lavoro è stato ripagato. Adesso si rientra in pedana con ancora più grinta ». Eh sì, perché l’avventura mondiale non finisce qui. Oggi Patriarca e le compagne scendono ancora sulla pedana di Kiev, e per ben due volte. In palio le medaglie nelle dieci clavette e nelle tre palle e due nastri. Con l’ardennese che ha la possibilità di aggiornare, da subito, la sua bacheca. Chissà, magari anche con quell’oro sfuggito ieri.
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