Economia / Valchiavenna
Mercoledì 11 Aprile 2018
Patologie e parassiti, foreste a rischio
in Valchiavenna
Il piano di indirizzo forestale indica i principali pericoli oltre alle zone più colpite sul versante sinistro del Mera
Il Cinipide Galligeno del castagno, la processionaria del pino, i bostrici dell’abete rosso e del pino silvestre, il cancro corticale del castagno, la ruggine vescicolosa dell’abete rosso e il cancro del larice.
Sono queste patologie e parassiti che mettono a rischio le foreste della Valchiavenna. A indicarle è la relazione illustrativa del piano di indirizzo forestale della Valchiavenna adottato in queste settimane.
Del cinipide ormai si sa praticamente tutto. Arrivato in valle una decina di anni fa, ha fatto danni pesanti e ormai il fenomeno è presente in tutta Italia. Solo nelle due ultime stagioni la situazione è migliorata grazie all’inserimento nell’ambiente di un parassita antagonista: il Torymus sinensis. Anch’esso originario della Cina.
Un fenomeno cresciuto nelle ultime stagioni è quello della processionaria del pino. Un lepidottero molto pericoloso per le pinete, poiché le priva di parte del fogliame, compromettendone il ciclo vitale. Inoltre, durante lo stadio larvale questo insetto presenta una peluria che risulta particolarmente urticante per vari animali, oltre che l’uomo.
I sistemi per combatterla sono due. In caso di estese infestazioni si sono ottenuti dei buoni risultati con la lotta biologica utilizzando le spore di Bacillus thuringiensis, nel periodo di attività trofica delle larve. Un’altra azione efficace è la raccolta e l’abbattimento dei nidi larvali, appesi alla chioma dei pini, da eseguirsi in autunno o inverno.
Secondo la relazione, negli scorsi anni si sono registrati attacchi significativi sul versante idrografico sinistro del Mera nella parte meridionale del comprensorio, Somaggia, all’imbocco della Val Bregaglia e della Valle Spluga. Molto meno conosciuti sono i bostrici dell’abete rosso e del pino silvestre. Il bostrico è un insetto e rappresenta uno dei maggiori pericoli per il patrimonio forestale.
Secondo quanto spiegato dal Pif, fra le principali cause che inducono il proliferare di questi coleotteri c’è senz’altro l’assenza di una corretta gestione selvicolturale. Focolai sono stati individuati a Campodolcino, San Giacomo Filippo, Villa, Piuro e Novate Mezzola.
Rimangono due malattie definibili come “storiche”: il cancro corticale del castagno, per il quale la lotta ha affinato gli strumenti, nonché la ruggine vescicolosa che interessa l’abete rosso. Danni causati da questo patogeno sono stati registrati in alcune località del comprensorio: in Vallespluga, a Villa di Chiavenna, fino a Novate Mezzola. Rilevata, infine, in tutti i lariceti la presenza di cancro. Il Pif consiglia di eliminare tutti i possibili focolai di infestazione.
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