Cronaca / Valsassina
Venerdì 16 Febbraio 2018
Pasturo, il “Salame delle Grigne”
eccellenza al campionato nazionale
Per il secondo anno Ivano Pigazzi ha portato a casa l’attestato alle finali di Montecatini Interamente valsassinese, viene fatto riposare per un anno nel fieno degli alpeggi, è una prelibatezza
“Salame delle Grigne affinato nel fieno e mortadella di fegato”: lo chiedono persino da Londra e dalla Norvegia, il nome è diventato un’eccellenza grazie alla dodicesima edizione del Campionato italiano del salame.
Patrocinato dal ministero per le politiche agricole e da numerosi autorevoli organizzatori e sponsor, per il secondo anno, alle finali svoltesi a Montecatini, Ivano Pigazzi di Pasturo si è portato a casa un fior di attestato di eccellenza, competendo con un’altra quarantina di produttori. Fra i primi tre classificati, ieri nella sua macelleria di viale Trieste il commerciante ci ha accolti per raccontare il segreto del suo successo. Tutto “made in Valsassina”.
Mentre macella nel retrobottega, dice: «Una ventina di anni fa, in Trentino, ho notato questa tecnica di produzione del salame per cui, per svariati mesi, viene lasciato nel fieno. Ci ho provato anch’io: beh, i risultati si vedono. Una grande soddisfazione».
I trucchi per rendere il “Salame delle Grigne”, un gourmet, sono: «Tanto impegno, tanta cura nell’insaccare e poi fare invecchiare il prodotto nel fieno. Per svariati mesi, anche più di un anno - e, attenzione - . Quando parlo di fieno, mi riferisco a quello degli alpeggi ricco di fiori. Il solo adatto per i salami».
Fieno valsassinese e maiali valsassinesi: «Certo che sì - sottolinea Pigazzi -, il nostro fornitore di fiducia è la autorevole azienda agricola pasturese Invernizzi di Onedo di Cornisella. La carne la compriamo qui». Insomma, tutto a chilometro zero.
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