Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 31 Marzo 2018
Passeggeri ammassati, treno bloccato
Coradia preso d’assalto da turisti e pendolari in attesa in Centrale. Necessario l’intervento del personale di Trenord e dei militari per riportare ordine e permettere la partenza
«O qualcuno scende, o il treno non parte». Ieri i viaggiatori diretti in Valtellina da Milano Centrale alle 16,20 si sono trovati di fronte a una nuova, imbarazzante e fastidiosa situazione. Dopo più di mezzora di proteste, tensione e accesi dibattiti fra utenti, personale di Trenord e forze dell’ordine, il Coradia è partito.
E naturalmente è arrivato in Valtellina con una mezzora abbondante di ritardo. Ma stavolta la tempistica è stata l’ultimo dei problemi. Ricominciamo dall’inizio. Verso le 16, sul tabellone è comparso l’avviso relativo al binario di partenza del 2566 per Tirano. Appena il convoglio è apparso è cominciato il classico assalto, con la caccia a un posto a sedere. Ma stavolta i pendolari hanno subito capito di trovarsi di fronte a una situazione ancora più complicata del solito. Alcuni di loro hanno affermato che, rispetto al solito, mancavano dei vagoni. Un’informazione sulla quale Trenord, non ha dato risposte. Ma al di là di quest’aspetto, che eventualmente la società potrà chiarire, quanto accaduto ha dell’incredibile. Tutti i passeggeri, per vari minuti, hanno avuto la possibilità di salire sul treno. Dalla prima all’ultima carrozza, si sono infilati dappertutto, letteralmente schiacciati l’uno contro l’altro. Ben presto si è compreso che la situazione era insostenibile, a cominciare dagli aspetti della sicurezza, e infatti alle 16,20 il treno non è partito. È iniziato un lungo confronto tra il personale di Trenord, che ha percorso avanti e indietro la banchina contattando alcuni colleghi, centinaia di persone intente a chiedere spiegazioni e le forze dell’ordine. Sul binario si sono presentati sia i poliziotti sia i militari, oltre a del personale con una pettorina arancione che, finalmente, si è piazzato davanti alle porte.
Ma bloccare gli ingressi non è stato sufficiente. La voce è circolata di carrozza in carrozza, con gli avvisi del personale coperti dal frastuono. «O scende qualcuno, o non si parte». E a quel punto alcune decine di persone si sono sacrificate. Hanno preso valigie, zaini, borse e sacchetti e si sono fatte strada fra la folla, spingendo per trovare un varco, e poi sono uscite. Alle 16,45 un nuovo avviso, rivolto alle persone che stavano arrivando in stazione e hanno cercato di salire sul convoglio che era ancora pienissimo. «Attendere sulla banchina il primo treno che sarà alle 17,20», sono state le parole pronunciate all’altoparlante. Il treno è partito poco prima delle 17. A ogni fermata, da Monza a Lecco, la scena si è ripetuta: sia scendere, sia salire era praticamente impossibile. Le proteste sono state molto vivaci, anche da parte dei turisti diretti verso le località del lago di Como, in Valtellina e Valchiavenna. «Indian train, indian train», ripetevano alcuni giovani stranieri per esprimere il proprio disappunto nei confronti di una situazione incredibile. Carica di disagio, ma soprattutto fuori luogo per una zona turistica di una Regione all’avanguardia come la Lombardia. Il dialogo aperto dagli enti locali con i vertici di Trenord dovrà proseguire occupandosi anche di un caso come questo. La società ha spiegato sul sito che «il treno è partito con 35 minuti di ritardo a causa di un necessario intervento delle forze dell’ordine a bordo».
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