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Domenica 12 Aprile 2009
PASQUA TRISTE DELL'ABRUZZO
MA CON LA VOGLIA DI RIPARTIRE
Nelle tendopoli la Pasqua più triste della gente d'Abruzzo: saltato il pranzo tradizionale, in molti però hanno cercato di ricreare l'atmosfera degli anni passati, pur tra gli immensi disagi e il dolore per chi non c'è più
Arriva la pioggia, la terra continua a tremare e la paura non riesce a passare, si sobbalza ad ogni scossa, centinaia e centinaia ce ne sono state e altre ce ne saranno, avvertono gli esperti.
E mentre sale a 293 la triste conta dei morti, con l'ultimo cadavere, quello di un ragazzo di 17 anni, tirato fuori da sotto le macerie della palazzina di via XX settembre, sbriciolatasi come quella di fronte, la Casa dello studente, la gente dell'aquilano vive, come si può, la sua Pasqua.
I disagi
Una Pasqua certamente difficile perchè in molto campi c'è solo un riparo dove stare, un letto dove dormire e pasti caldi garantiti. Manca energia elettrica.
Non ci sono tende comuni dove poter guardare la televisione e magari fare qualche gioco in compagnia. Persino gli impianti doccia sono presenti a macchia di leopardo nelle 60 tendopoli realizzate dopo il sisma.
Cancellato il pranzo di Pasqua
Il pranzo di Pasqua con le sue tradizioni è stato completamente cancellato dal terremoto. Gli oltre 30mila sfollati si sono messi in fila silenziosamente davanti alle 39 cucine da campo. Gli arrosticini, l'agnello, e la pasta al forno tradizionale saranno soltanto un ricordo del passato.
In tutti i campi però - fanno sapere gli organizzatori della Protezione civile - non manca la tradizionale colomba pasquale che è stata inviata da alcuni panifici per solidarietà nei confronti degli sfollati.
Il dramma più incolmabile lo vivono le decine di famiglie che hanno perso sotto le macerie un familiare, i genitori o un figlio. Per loro questa Pasqua di Risurrezione è difficile da celebrare comunque.
Sono oltre 50 gli psicologi che domani nel giorno di Pasqua la centrale operativa manderà nei campi degli sfollati. Il loro obiettivo è quello di far parlare, sfogare le persone per far in modo di scacciare gli incubi e le frustrazioni che il mostro ha lasciato tra la popolazione. Le 3.674 tende domani uniranno in un'unica famiglia un popolo che ha perso tutto e quindi non ha più differenze. E Protezione civile, i volontari, i vigili del fuoco stanno cercando di far respirare un minimo di normalità nelle tende allestite e dislocate nei diversi campi dell'Aquila e dintorni. Già questa sera, infatti, alle 22 in alcune tendopoli si terranno le celebrazioni della veglia di Pasqua. Come a Paganica, Pizzoli, Pianola, Bagno, Onna. "Alle 22 veglia pasquale", recita un cartello di cartone appeso all'ingresso del campo di Onna. Alcune tende sono state 'trasformate' in confessionali o tende per l'adorazione, con i sacerdoti disponibili per la confessione e il dialogo. Domani mattina, invece, nella tendopoli di piazza Sandro Pertini si terrà la messa di Pasqua presieduta da monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei, mentre alle 11 ci sarà la solenne messa di Pasqua presso la scuola della Guardia di Finanza presieduta dall'arcivescovo del capoluogo abruzzese, monsignor Giuseppe Molinari. Sarà presente anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Gli aquilani comunque sono gente forte e non si sono rassegnati: sperano in un imminente fine dell'emergenza sismica e l'inizio di una ricostruzione modello che possa far presto ritornare tutti sotto un tetto vero. E oggi sia all'Aquila che nella frazioni martoriate dal sisma del 6 aprile, sono state al lavoro 2 squadre distinte di tecnici. Quelli comunali che, con prudenza, stanno esaminando i vari palazzi lesionati, via dopo via, della città, che la squadra dei periti che con l'inchiesta della Procura della Repubblica del L'Aquila stanno esaminando le varie strutture, in particolare quelle di utilità pubblica, crollate. La Procura vuole accertare se i crolli sono stati determinati da delle irregolarità o alterazione dei materiali usati per edificare le strutture. Sull'Aquila, proprio in questi giorni, sono state dette tante cose: dall'utilizzo della sabbia marina, al cemento armato allungato eccessivamente con acqua, fino ad arrivare alla costruzione di pilastri con ferri non idonei. Tante voci - alimentate anche dai commenti a caldo dei soccorritori che hanno scavato nelle macerie - che ora la Procura intende verificare. A L'Aquila perfino strutture nuove, tuttora invendute, hanno subito gravi danni strutturali pur essendo dichiarate alla vendita come edifici che adottano accorgimenti antisismici.
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