Sport / Lecco città
Martedì 09 Gennaio 2018
Pasinato e Brivio d’accordo
«Torti gravi, ora serve calma»
Vista dalla tribuna: l’ex allenatore bluceleste: «Mai visto niente di simile»
Il sindaco: «Un peccato, partita rovinata, ma il campionato continua»
«Mai visto un arbitraggio del genere in tutta la mia carriera». Parola di Antonio Pasinato, tre campionati di serie A e cinque di serie B come bluceleste (più di 200 presenze). Allenatore oltre che del Lecco (fino al ritiro nel 2004), di squadre prestigiose di tutto lo stivale (dalla Salernitana al Venezia, dall’Arezzo al Vicenza, dal Brescia alla Casertana), per altre centinaia di gare.
Il suo è quasi un “J’Accuse” al signor Monaco di Termoli: «Ci ha rovinato la stagione, tutto il campionato. Proprio non capisco perché si sia comportato così. Bertani nell’entusiasmo si è fatto trascinare, ma in questi casi l’arbitro deve chiudere un occhio anche perché l’aveva ammonito ingiustamente pochi minuti prima. Era molto discutibile anche il primo giallo. Ma dava l’impressione di provocare, come atteggiamento. Ogni volta che fischiava una punizione contro di noi, diceva “Qui comando io”».
Un atteggiamento che non si comprende. E che ha provocato la reazione scomposta del presidente che ora rischia parecchio. «Abbiamo perso la testa, è vero, ma era difficile stare tranquilli. Una volta sbagliato il calcio di rigore, avremmo dovuto stare più sereni, ma anche l’ingresso in campo del presidente aveva dato un segnale negativo ai ragazzi. Non si può, però, mandare un arbitro così: ha dato l’impressione di essere prevenuto».
Tra l’altro la difesa della Pro Patria nei confronti dell’arbitraggio è, invece, un aiuto alla tesi del Lecco: il fatto che Bortoluz sia stato espulso per doppia ammonizione dopo aver segnato il 2 a 0 al 30’ della ripresa, per aver esultato sulla recinzione (come Bertani) proprio dall’arbitro Monaco, depone in favore di chi si chiede come sia stato possibile designarlo per una sfida così delicata. «Chi lo ha designato dovrebbe riflettere molto attentamente – aggiunge Pasinato – Avrebbe dovuto pensarci bene, prima di mandare un arbitro del genere. Non ho mai visto un arbitro così prevenuto. Poi noi abbiamo cominciato a protestare e lui ha fatto il “galletto”. Non mi è mai successo da quando sono nel calcio».
Campionato finito? «Il Lecco deve innanzitutto calmarsi. Deve ritrovare la serenità, da oggi. Ero arrabbiato anche io, domenica. Ma il Lecco non deve più guardare la classifica e deve pensare solamente tornare a vincere. Certo, dire che sia in grado di recuperare nove punti dico di no, sono sincero. Ma la squadra non deve mollare e neanche il presidente lo deve fare. C’è ancora un piazzamento play-off da guadagnare».
Ma Pasinato va oltre: «Abbiamo visto una bella mezz’ora, fino all’espulsione inventata dall’arbitro. Da una parte e dall’altra, due belle squadre. Un vero peccato aver visto rovinare così la partita. Ma il Lecco deve prendere forza da quanto era riuscito a fare fino al gol per ripartire».
Anche il sindaco Virginio Brivio era presente allo stadio, domenica. Dalla mezz’ora del primo tempo, fino al termine della gara. Pure lui, che non è un calciofilo accanito, ammette che qualcosa non è andato: «Io ho visto dalla seconda espulsione in poi, ma la degenerazione è cominciata prima, con l’allontanamento di Bertani. Il tema dell’ardire della nostra squadra c’è stato nonostante fosse ridotta in otto. Il clima complessivo psicologicamente è stato cambiato. La prova, improba. Mi auguro che il commissario di campo abbia visto tutto. Ma il campionato non è finito: anche in undici contro otto la Pro Patria non mi ha fatto grande impressione».
Il primo cittadino invita il Lecco a far presente la situazione nelle sedi opportune, ma non a colpi di esternazioni: «Mi auguro che la Calcio Lecco si muova. Però bisogna stare attenti: una cosa sono i giudizi sui giornali e dell’opinione pubblica e un’altra cosa è argomentare in federazione le proprie posizioni. Il calcio ha le sue regole e se non vogliamo aumentare gli sfogatoi che possono essere comprensibili ma non portano a nulla, si deve portare una memoria, con documentazioni, filmati e quant’altro, in Federazione. Questo affinché non si lasci solo una traccia emotiva, più o meno giustificata, ma un qualcosa di più significativo».
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