Cronaca / Lecco città
Domenica 19 Febbraio 2017
«Paghiamo fior di tasse sui rifiuti
Le pulizie le dobbiamo fare noi?»
Fa discutere l’episodio del commerciante che ha “bonificato” il lungolago alla Malpensata Musumeci, ex portavoce di Appello per Lecco: «I cittadini sono stanchi di degrado e sporcizia»
I lecchesi si rimboccano le maniche e puliscono la città. Prima un commerciante che ha rimesso a nuovo un tratto di riva sullungolago, ora più cittadini che puliscono gli spazi esterni alle loro abitazioni, già su suolo pubblico.
Un bell’esempio detto così. Sicuramente a queste persone va un encomio, puliscono là dove altri sporcano, dando un esempio di civiltà.
Attenzione però, i cittadini il servizio di pulizia lo pagano con le tasse, un fatto da non sottovalutare, come fa notare Viviana Musumeci, già portavoce dell’associazione “Appello per Lecco”, ed esperta di comunicazione.
«È svilente il degrado che avanza nella nostra città. Sicuramente encomiabile il lavoro fatto da alcuni commercianti che hanno pulito, da privati, la spiaggetta del lungolago. Encomiabile, ma questi lavori dovrebbero essere coperti con le nostre tasse. Ormai la gente è rassegnata e deve fare da sola».
Uno sfogo dopo che nei giorni scorsi un commerciante si è rimboccato le maniche e ha pulito parte della spiaggia. Un gesto encomiabile e applaudito dai più, che però è l’esempio dell’incuria della città.
Di quella città che deve fare conto sulla buona volontà dei singoli cittadini.
«L’assessore all’ecologia Ezio Venturini afferma che «le spiagge o meglio le rive del lago che fanno da contorno al lungolago cittadino, rientrano nel contratto di appalto con Silea per la pulizia della città» e questo mi fa davvero piacere se non fosse che ormai, regolarmente, sui marciapiedi, della stessa città per cui Silea ha un appalto di pulizia, i cittadini sono costretti a fare slalom tra antiestetici e anti igienici avanzi di escrementi di cani - prosegue Viviana Musumeci -, a volte, abbandonati incivilmente dai proprietari. Altre volte, più spesso, avanzi di resti degli stessi escrementi, che pur essendo raccolti, non possono essere puliti del tutto, tranne che si imponga ai proprietari di andare in giro con stracci e disinfettanti».
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