Economia / Sondrio e cintura
Venerdì 01 Settembre 2017
«Pagamenti elettronici, che schiaffo»
L’Unione commercio della provincia di Sondrio contro l’introduzione obbligatoria del Pos per le piccole spese quotidiane. Problemi di ordine pratico e soprattutto economici, dice la presidente Credaro: «Noi ancora una volta penalizzati».
«Le sanzioni come leva della modernizzazione nell’uso della moneta elettronica? Noi non ci crediamo». Per un doppio problema di ordine pratico ed economico. In linea con il punto di vista di Confcommercio nazionale, anche l’Unione commercio della provincia di Sondrio esprime, attraverso le dichiarazioni della sua presidente Loretta Credaro, tutta la sua contrarietà rispetto al meccanismo di sanzioni - la cui introduzione è stata prospettata dal ministero dell’Economia entro settembre - a carico degli operatori (commercianti, pubblici esercenti, professionisti ecc.) nel caso in cui essi siano trovati sprovvisti di Pos o non accettino di farsi pagare dai propri clienti tramite carta di credito o bancomat, anche per importi irrisori come la spesa per un quotidiano o un caffè.
«Non è con un ennesimo intervento vessatorio a discapito degli operatori che sarà possibile ottenere risultati positivi per l’economia del Paese - commenta Credaro -. Al contrario sarebbe auspicabile sostenere le imprese - sulle quali si sono già abbattuti in questi anni i costi della crisi - con una politica di incentivi economici e di riduzione dei costi».
Torna dunque alta l’attenzione su un tema che aveva già visto a suo tempo l’Unione scendere in campo per stigmatizzare «l’ennesimo insensato provvedimento a carico delle imprese». Le motivazioni addotte dal Governo restano le medesime già rese note: puntare sulla modernizzazione e favorire la tracciabilità dei pagamenti a ogni livello (misura antievasione). Per ogni rifiuto da parte dell’imprenditore, è stata preannunciata una sanzione pari a 30 euro.
«Anche noi siamo per il progresso e la nostra non è affatto una posizione di retroguardia – spiega la presidente Credaro –, piuttosto riteniamo irresponsabili e inaccettabili i metodi di chi si ammanta di modernità a spese altrui. Le ragioni della nostra ferma contrarietà sono concrete e legate alle difficoltà che gli esercenti incontrano quotidianamente nel loro lavoro». Due in particolare, gli aspetti lamentati dagli operatori: da un lato, gli innumerevoli e oggettivi problemi «che si presentano nel garantire l’efficienza del servizio in una realtà come quella della provincia di Sondrio. Pensiamo per esempio alle difficoltà dell’alimentazione elettrica in un contesto come quello del commercio ambulante, ai problemi di connessione nei rifugi in quota e a tutte le volte che il collegamento salta anche nelle nostre città e paesi».
Dall’altro, i costi per l’installazione del Pos, per il suo funzionamento e le commissioni da pagare, che incidono in modo esagerato: «Secondo stime, l’esborso annuo per il Pos potrebbe ammontare intorno ai 1.200-1700 euro per attività. Insomma, con questa ulteriore misura si rischia di fare solo un grande favore ai gestori degli strumenti di pagamento.
A proposito di costi e marginalità, ad esempio, per un edicolante e un tabaccaio «accettare il pagamento tramite Pos rispettivamente di un quotidiano e di un pacchetto di sigarette (due articoli che hanno prezzi e marginalità fissi) significa in pratica regalarli o peggio: nella maggior parte dei casi, andare in perdita. Risulta quindi evidente come ci troveremmo di fronte a una situazione paradossale e a farne le spese sarebbe, come di solito accade in queste circostanze, l’ultimo anello della catena, ossia gli esercenti. Altro che modernità e innovazione».
L’unico effetto di questo nuovo intervento, continua l’associazione di categoria, sarà quello «di procurare un’ulteriore e certamente non auspicabile moria di negozi, rendendo le nostre città ancora più spente e spopolate. Inoltre, sul fronte della legalità, l’evasione può essere oggi contrastata, come giustamente osservato dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, dai tanti strumenti telematici già a disposizione dell’amministrazione finanziaria». Dunque, secondo l’Unione commercio l’unica strada seria e davvero incentivante per la diffusione dei pagamenti tramite Pos resta quella di ridurre finalmente i costi delle commissioni applicati sulle transazioni, mentre i metodi repressivi dei meccanismi sanzionatori in casi come questi rischiano solo di produrre danni irreparabili.
© RIPRODUZIONE RISERVATA