Paderno, il grido d’allarme
di Molino Colombo: «Il nuovo ponte
rischia di farci chiudere»

Andrea Ottolina, amministratore delegato dell’azienda: «La soluzione proposta comporterebbe un cambiamento radicale del layout della nostra azienda, mettendone veramente a rischio l’esistenza stessa. E poi ci sono dei problemi di carattere viabilistico, perché si presuppone che ci sia un aumento del traffico di cinque volte rispetto a quello che c’è oggi». Il progetto è quello di un unico ponte, stradale e ferroviario

«Il ponte di Paderno? Un grosso problema, dal punto di vista viabilistico, a cui una soluzione sicuramente va trovata. Quella attualmente allo studio, però, potrebbe davvero mettere a rischio la nostra azienda». A lanciare l’allarme è Andrea Ottolina, amministratore delegato di Molino Colombo di Paderno d’Adda. Un unico viadotto con strada e ferrovia, in affiancamento all’esistente ponte di Paderno. Una soluzione, quella prospettata da Rete ferroviaria italiana in commissione Territorio di Regione Lombardia, che preoccupa gli imprenditori, compreso Ottolina. «La nostra è un’azienda nata nel 1882: abbiamo una lunghissima storia alle nostre spalle racconta Ottolina – Siamo nati prima del ponte. Una soluzione del genere vorrebbe dire cambiare completamente il layout (cioè la disposizione planimetrica di tutte le risorse necessarie allo svolgimento delle lavorazioni, ndr) della nostra azienda, mettendone veramente a rischio l’esistenza stessa. E poi ci sono dei problemi di carattere viabilistico, perché si presuppone che ci sia un aumento del traffico di cinque volte rispetto a quello che c’è oggi». Il progetto è quello di un unico ponte, stradale e ferroviario insieme, per sostituire il San Michele, vecchio ormai di 135 anni, che entro il 2031 dovrà essere mandato definitivamente in pensione. Non solo le aziende, ma anche i privati sono preoccupati per l’impatto del progetto. Lo scorso settembre il consiglio comunale a Paderno, era stato convocato in forma aperta per consentire ai cittadini di dire la propria rispetto all’infrastruttura. Il ponte di Paderno, Ponte di San Michele, è alto quasi 90 metri ed è lungo 266. Riconosciuto come un capolavoro ingegneristico ed uno dei simboli dell’archeologia industriale italiana, nel 2017 il ponte è stato candidato per essere inserito nella lista Unesco dei patrimoni dell’umanità, candidatura poi ritirata in seguito alla decisione di costruire un nuovo ponte nelle vicinanze.

«Le strade che collegano Paderno con Agrate, quindi con le vie di comunicazione più importanti, non sono assolutamente pronte a ricevere un volume di traffico così intenso e quindi questo pone dei problemi per tutto il territorio, oltre che ovviamente per la nostra azienda – evidenzia Ottolina - Ci sono diverse soluzioni alternative allo studio, per esempio quelle di costruire un ponte più a sud. Sarebbero delle soluzioni probabilmente più costose, ma che impatterebbero sicuramente molto meno su tutti i territori, necessario è riflettere su questo tema, perché riguarda non solo l’economia locale, ma l’intera società. Spostare il traffico all’interno dei paesi, avrà un peso significativo e non sostenibile».

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