Overtourism, gli albergatori: «A Lecco non c’è, ma i trasporti sono carenti»

Boom di turisti sul ramo orientale del Lario. Dopo il “caso Varenna”, con stazione e battelli presi d’assalto, si torna a parlare di overtourism, anche se non per tutti questo fenomeno sta interessando anche la sponda lecchese del lago. Secondo Severino Beri, presidente di Federalberghi Lecco, “non si può parlare di overtourism, ma bisogna circoscrivere il discorso ai servizi carenti, soprattutto per quanto riguarda i mezzi di trasporto”. “La stazione di Varenna viene usata come hub di scambio tra la navigazione la ferrovia – osserva Beri - Una quantità enorme di turisti che viene sul lago, e va poi a Bellagio o a Menaggio, fa capo a Varenna. C’è tanta gente, ma non è il primo anno che questo accade. Lamentarsi dei troppi turisti, secondo me, non va bene: gestiamoli e miglioriamo i servizi”. Il problema, secondo Beri, è che bisogna aumentare i servizi offerti sul territorio. “Le strutture alberghiere, bene o male, hanno posto, hanno restaurato o ristrutturato e i servizi interni all’hotellerie ci sono. Mancano invece battelli, treni, mezzi pubblici: bisogna intervenire più dal lato pubblico, per quanto riguarda i trasporti, ma anche dal lato dei privati, che possono mettere in acqua più motoscafi o i taxi boat”.

Parlare di numero chiuso non è possibile, per il presidente degli albergatori lecchesi: “Bloccare la gente è difficile, ma bisogna fare una scelta e decidere se vogliamo essere come Rimini o come Portofino – aggiunge Beri – È una scelta politica, tra qualità e quantità. Gli imprenditori fanno il loro, i sindaci sul territorio devono decidere cosa vogliono: se turisti di passaggio, che però lasciano poco o niente sul territorio, pur occupando parcheggi e silos, oppure una clientela alto-spendente, che prenota camere e mangia nei ristoranti e compra nei negozi del posto”.

Non ci sono elementi per contrastare l’overtourism, secondo il sindaco di Varenna Mauro Manzoni: “Anche perché naturalmente ognuno ha la libertà di andare dove vuole e come vuole – dichiara – Soprattutto, non si può costringere chi ha meno risorse economiche a non muoversi di casa e a non visitare luoghi belli. Non ci sono dei contrasti veri e propri, se non l’adozione di un numero chiuso, anche per i pedoni. Cosa che al momento non è né fattibile normativamente né neanche organizzativamente, specie da parte di un piccolo comune”.

I Comuni tentano dunque, dal punto di vista viabilistico, di ridurre il numero di auto in circolazione. “La soluzione ideale sarebbe quella di trovare e promuovere delle mete più dislocate su tutto il lago da visitare; quindi, non limitarsi a quei soliti tre o quattro posti – osserva il primo cittadino – Servirebbe un turismo un po’ più diffuso, si potrebbe magari decongestionare i soliti comuni, dove ci sono i passaggi “clou”. Per Varenna, il vantaggio-svantaggio sono i mezzi di trasporto. Il paese è ben servito e questo è un elemento che non scoraggia i turisti dall’andarci”. Dal punto di vista del contenimento del fenomeno dell’overtourism, “i comuni non hanno proprio gli strumenti giuridici per intervenire”, aggiunge Manzoni. “Anche qualora venissero messi a disposizione questi strumenti giuridici, che darebbero ai comuni il potere anche eventualmente di intervenire con numeri chiusi, anche pedonali, però ci vorrebbero risorse personale per attuarli. Un comune di 1000 abitanti, infatti, difficilmente può gestire un sistema di questo genere – chiosa il sindaco - oltretutto avendo un territorio frastagliato, come quello di Varenna”.

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