Cronaca / Lecco città
Sabato 01 Ottobre 2016
Ovadia celebra padre Turoldo
«Ha combattuto le ingiustizie»
L’evento Al Teatro della società l’incontro con il noto attore e scrittore
per centenario della nascita del grande intellettuale friulano
Monia Ovadia è stato protagonista ieri sera al Teatro della Società a Lecco, di un incontro su David Maria Turoldo. Organizzata dal Comitato Lecchese per il Centenario di David Maria Turoldo, il Comune di Lecco e la Fondazione Santa Maria del Lavello, la serata rientrava nelle celebrazioni lecchesi in occasione del centenario della nascita di Turoldo. Coordinato dal giornalista Vittorio Colombo, responsabile dell’edizione lecchese del quotidiano La Provincia, l’incontro è iniziato con un video che ha riproposto la consegna a Turoldo del Premio Lazzati nel 1991, a Milano, alla presenza del cardinale-amico Carlo Maria Martini.
E’ poi stata la volta di Moni Ovadia, un ebreo sefardita dichiaratamente agnostico, eppure incline visceralmente alla spiritualità.
«La lezione di Turoldo è stata decisiva per me. - ha detto subito Ovadia - In una delle sue omelie c’è un passaggio che dice chiaramente che quando due esseri umani si amano e si accolgono lì c’è Dio; non c’è bisogno di andarlo a cercare negli spazi celesti. Turoldo ha sempre dato grande importanza all’uomo; la sua centralità è essenziale proprio nell’affermare la presenza divina. E su questo punto ci troviamo tutti, credenti e agnostici». Ovadia ha poi insistito sulla straordinaria fede di Turoldo: «Quando leggo la poesia di padre David e lui era un grandissimo poeta, vi trovo il travaglio dell’uomo di fede, perché il dubbio non può non essere un tarlo continuo, così come la fede non può non richiedere una continua messa in discussione».
Moni Ovadia ha poi sottolineato l’importanza dell’impegno militante di Turoldo: «Non ha mai smesso di combattere l’ingiustizia. Ricordo un suo commento dopo il crollo dell’Unione Sovietica, che andava contro certe inutili manifestazioni di tripudio. Era un uomo di una statura inimmaginabile. Sono sempre stupefatto dai cattolici che sanno declinare la lotta contro l’ingiustizia sociale con il loro magistero di fede.
Nessuno, invece, ha mai potuto metter in scacco Turoldo in merito alla sua fede. Un altro grande prete di questo stampo fu don Andrea Gallo, anche lui militante ma sempre vicino alla sua Chiesa. Gli scritti di Turoldo sul Nicaragua sembrano quelli di Che Guevara, eppure era un cattolico senza compromessi. In momenti complicati, in cui andarsene per altre strade, lui non ha mai scelto le scorciatoie più facili.
Lui è stato sempre vicino alla sua Chiesa. Per tutto questo ho sempre ammirato padre Turoldo, uomo di fede capace di difendere gli ultimi».
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