Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 05 Ottobre 2013
Ospedale Manzoni di Lecco
Al quarto posto tra i migliori
Davvero un gran bel traguardo quello ottenuto dall’ospedale Manzoni di Lecco nella classifica stilata da Agenas, l’agenzia nazionale delle aziende sanitarie
Quarti in tutta Italia per l’eccellenza ospedaliera.
Davvero un gran bel traguardo quello ottenuto dall’ospedale Manzoni di Lecco nella classifica stilata da Agenas, l’agenzia nazionale delle aziende sanitarie, che ha pubblicato in questi giorni la ricerca sugli esiti dell’attività sanitaria del 2012, basata sulle schede di dimissione dei pazienti e che considera ben 1440 ospedali pubblici e convenzionati italiani.
Su questa ampia rosa di strutture, la ricerca “screma” poi, attraverso quindici indicatori di qualità, i dieci ospedali migliori e i dieci peggiori . L’ospedale lecchese non solo rientra nella lista dei top ten (sei dei quali lombardi) ma si colloca ad un pregevole quarto posto tra tutti i migliori ospedali italiani.
Una posizione raggiunta da esiti incrociati di diversi indicatori, tra cui, ad esempio: l’indice di mortalità per infarto, o per gli interventi di cardiochirurgia o di ictus, e ancora, l’uso della chirurgia laparoscopica e il numero di parti cesarei sul totale delle nascite.
Al primo posto della classifica italiana spicca il San Raffaele, seguito dagli Spedali Civili di Brescia, dall’ospedale Santi Antonio e Biagio di Alessandria, quindi il Manzoni di Lecco a cui seguono, in ordine, l’azienda ospedaliera di Perugia, la Poliambulanza di Brescia, il Fornaroli di Magenta, il Niguarda di Milano, l’Alto Chiascio di Gubbio e Santa Maria del Carmine di Rovereto.
Secondo Agenas invece la maglia nera è da attribuire in assoluto al Federico II di Napoli, seguito dall’ao Martino di Messina, Colli Monaldi di Napoli, San Filippo Neri di Roma, il Policlinico di Napoli, lo Stabilimento ospedaliero di Venere a Bari, il Presidio ospedaliero San Rocco di Caserta, il Sant’Anna di Pomezia, l’ospedale della Val di Chiana e infine il Sant’Anna e Sebastiano di Caserta.
Ciascuno dei migliori ospedali spicca per alcune eccellenze in particolare. Ad esempio il San Raffaele balza in cima alla lista grazie soprattutto agli interventi sull’aneurisma dell’aorta, e detiene uno dei più bassi di mortalità per operazioni tra le più delicate come quelle cardiochirurgiche, o di asportazione dei tumori al polmone e allo stomaco.
Eccellenza di cardiochirurgia anche per gli Ospedali di Brescia e per Lecco. Al Manzoni, infatti, il tasso di mortalità a 30 giorni dall’operazione di bypass aorto-coronarico (Bpac) è sovrapponibile allo zero, mentre ad esempio in altre strutture lombarde i tassi di mortalità variano: in modo decisamente più sensibile, dallo 0,9 degli Ospedali Riuniti di Bergamo all’1,4 dell’ospedale Poma di Mantova, al 5,8 per cento alle Gavazzeni di Bergamo.
Per la laparoscopia, fiore all’occhiello dell’ospedale lecchese è certamente il robot Leonardo Da Vinci, usato in diverse chirurgie tra cui quella ginecologica. Per i cesarei, infine, a Lecco la media è diciotto cesarei su cento parti : un trend che si avvicina a quanto auspicato dall’Oms (15 per cento di cesarei). .
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