Cronaca / Tirano e Alta valle
Lunedì 30 Maggio 2016
Orrore e mistero. Uccide il figlio e si toglie la vita
Inspiegabile gesto del papà, 43 anni. Il bimbo ne aveva sei. L’uomo ha lasciato un biglietto.
Tragedia familiare nel primo pomeriggio di ieri a Tovo dove un papà ha ucciso il proprio figlioletto di 6 anni prima di togliersi la vita. Protasio Sala, 43 anni, grosino, manutentore della casa di riposo Visconti Venosta di Grosio, ha ucciso il figlio Pietro che frequentava la prima elementare.
Alcuni dettagli sono ancora da accertare, ma è già possibile effettuare una prima parziale ricostruzione di quello che è successo in quella casa di Tovo mettendo quantomeno alcuni punti fermi.
Il primo è che l’uomo ha soffocato il piccolo, che è stato trovato senza vita su una sedia. Subito dopo si è tolto a sua volta la vita impiccandosi. In un biglietto, poche righe per chiedere perdono.
Quando sul posto è giunta l’auto medica, ormai per i due non c’era più nulla da fare. Tutto è successo poco dopo le 13. La terribile scoperta è stata fatta dai parenti, preoccupati dal fatto che Protasio, che era atteso a pranzo dalla moglie, non avesse ancora raggiunto la donna e che non rispondesse al cellulare. Piera Pini, infermiera all’ospedale Morelli di Sondalo, ha atteso per un po’ di minuti, ma quando il ritardo si è fatto pesante senza che il marito desse alcun segnale, ha iniziato a preoccuparsi è ha lanciato l’allarme ai parenti.
La domenica mattina era piuttosto frequente vedere Protasio Sala andare a messa nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe con Pietro e poi fare una capatina al bar per far bere un succo di frutta al bambino.
Ieri mattina invece aveva lasciato la casa avvisando che si sarebbe recato a Sondalo col bimbo per vedere la fiera del Corpus Domini e poi si sarebbe fermato a fare la spesa nel supermercato sondalino. Nulla di strano, visto che la domenica mattina era lui a occuparsi del figlio mentre la donna lavorava.
Ieri però qualcosa non quadrava e si è fatto largo il sospetto che fosse successo qualcosa. I familiari hanno prima cercato papà e figlio a Sondalo,temendo che potesse essere successo loro qualcosa durante il viaggio in auto e poi sono andati a Tovo, dove la famiglia Sala possiede una villetta non ancora abitata, visto che risiede ancora a Grosio.
Quando hanno visto la Mercedes di Sala parcheggiata nel garage, i parenti hanno capito che Protasio doveva essere in casa. Inutile però suonare o chiamare: la porta era chiusa e nessuno rispondeva. A quel punto hanno rotto un vetro al piano terra e sfondato la porta per entrare nell’abitazione. La scena che si sono trovati davanti è di quelle che vanno al di là dell’immaginabile.
Per il papà e il piccolo non c’era niente da fare. Sul posto sono stati immediatamente chiamati i Carabinieri di Tirano che hanno provveduto a delimitare l’area e iniziare le indagini e gli accertamenti necessari per chiarire tutti gli aspetti della vicenda, anche in presenza di un quadro che non lasciava adito a moltissimi dubbi.
Nel pomeriggio nella villetta è giunto anche il magistrato di turno. Sui cadaveri sarà effettuata l’autopsia. Protasio Sala da alcuni anni lavorava alla casa di riposo di Grosio come manutentore. Prima aveva gestito il bar di famiglia, il Bar Gallo in via Roma. Persona solare, tranquilla. Anche per questo nessuno si spiega il suo gesto.
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