Società e Costume
Lunedì 21 Febbraio 2011
Ora di religione in crisi
Settantamila dicono "no"
Il 90% degli alunni italiani segue le lezioni cattoliche, ma dietro l'alta percentuale si cela una pessima notizia per i vescovi: quindici anni fa infatti il tasso di presenze era molto più alto, pari al 94,4%. E nell'ultimo anno il calo è stato ancora dell'1%
ROMA - Cresce la disaffezione degli alunni e studenti italiani per l'ora di religione cattolica: secondo gli ultimi dati ufficiali, relativi all'anno scolastico 2009/2010, pubblicati dal "Servizio nazionale della Conferenza episcopale
italiana per l'Insegnamento della Religione cattolica", su 6.789.076 alunni e studenti iscritti alle scuole statali di ogni ordine e grado, esattamente il 90% (6.110.007) frequenta le lezioni di religione cattolica.
Sembra un buon risultato ma non è così: 15 anni prima faceva religione a scuola il 94,4% degli iscritti. Quel che dovrebbe preoccupare i vescovi è, però, soprattutto il confronto con il 2008/2009: in un solo anno ben 70mila alunni e studenti hanno preferito svolgere l'attività alternativa, che a seconda degli istituti si traduce in lezioni organizzate dalla scuola, studio assistito o approfondimenti individuali.
Complessivamente, dei 679.069 che non si avvalgono della religione la maggior parte frequenta la scuola secondaria, dove si sottrae alle lezioni sul cattolicesimo il 16,5%.
Alla primaria, invece, appena il 6,3% rinuncia all'ora settimanale di religione. La differenza tra Nord e Sud, inoltre, è davvero ampia: nel settentrione i non avvalentisi sono pari al 15,7%, al meridione la percentuale crolla all'1,9%.
Anche se il divario non è una novità (già nell'anno scolastico 2004/05 al Nord rinunciava il 9,5% degli iscritti, al Sud appena l'1,6%), la
"forbice" territoriale sembra allargarsi progressivamente.
Il motivo, oltre che culturale, è anche demografico: al Nord, infatti, è molto più alto numero il numero di alunni appartenenti a famiglie non italiane che professano altre religioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA