Operai, autisti e meccanici: i lavoratori introvabili in provincia di Sondrio

Carenza di personale ormai «endemica». La mancanza di figure professionali investe trasversalmente tutti i settori in provincia di Sondrio più che in altre parti d’Italia. Non a caso sul tema si stanno muovendo non solo le categorie imprenditoriali e i sindacati ma anche il mondo della scuola con il coordinamento della Provincia di Sondrio perché il futuro della Valle passa anche da qui.

Secondo i dati dell’osservatorio Excelsior raccolti dalla Camera di commercio ad agosto sulle 1.040 opportunità lavorative offerte in provincia, le imprese dichiarano difficoltà di reperimento per oltre 560 assunzioni (54,5% del totale), confermando come causa prevalente la mancanza di candidati (nel 36,6% dei casi), mentre la “preparazione inadeguata” si attesta al 7,1%. Una percentuale di difficoltà di reperimento dei profili ricercati più alta rispetto al dato nazionale che è del 48,9% e che conferma la scarsa attrattivi del territorio legata alla concorrenza della Svizzera che, a due passi, è in grado di offrire condizioni salariali decisamente più appetibili investendo il settore turistico, quello dell’edilizia, ma anche socio sanitario. In generale, secondo il quadro delineato dal sistema Excelsior, sono gli operai specializzati le figure professionali più difficili da reperire: 61%. Ma mancano conduttori di veicoli a motore (88,6%), così come meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori di macchine (79,2%), addetti alle rifiniture delle costruzioni (76%) e addetti alle costruzioni e al mantenimento di strutture edili (65,5%).

Per quanto riguarda il settore turistico-ricettivo, che genera le maggiori opportunità lavorative con 450 unità, pari al 43% del totale delle assunzioni previste ad agosto, risultano difficili da reperire addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela nel 76,4% dei casi ed esercenti e addetti nelle attività di ristorazione nel 59,6%. Un problema che fatica a trovare soluzioni, dunque, spingendo a guardare con sempre maggiore attenzione alle risorse provenienti dall’immigrazione. Già nel bollettino di agosto le imprese prevedono di assumere personale immigrato per una quota pari al 28%. Se ad agosto se ne contano 1.040, complessivamente le opportunità lavorative offerte dalle imprese valtellinesi nel trimestre, fino ad ottobre cioè, sono 3.570. Il mismatch tra domanda e offerta si mantiene alto nonostante per il secondo mese consecutivo si registri una contrazione della richiesta di lavoratori: sono infatti previste ad agosto 100 entrate in meno rispetto allo stesso mese del 2023 e 180 in meno rispetto all’intero trimestre dell’anno precedente. Il turismo, comprensivo delle attività di alloggio e ristorazione, si conferma il settore che offre le maggiori opportunità ad agosto (450 unità ovvero il 43% del totale) e nel trimestre (1.010 unità).

Seguono l’industria manifatturiera che ricerca 180 lavoratori ad agosto e 790 entro ottobre, i servizi alle imprese (130 unità nel mese e 530 nel trimestre), il commercio (130 unità ad agosto e 490 entro ottobre), i servizi alle persone (70 assunzioni ad agosto e 430 nel trimestre) e le costruzioni (70 unità ad agosto e 320 entro ottobre). In termini percentuali, aumentano leggermente le entrate offerte dalle imprese di medie e grandi dimensioni (rispettivamente comprese nella classe 50-249 dipendenti e oltre i 250 dipendenti) che incidono, rispettivamente, per il 20% (contro il 12% del mese scorso) e il 16% (contro il 10% di luglio). Rimangono però le piccole imprese fino a 49 dipendenti le realtà che maggiormente ricercano lavoratori, con 670 assunzioni previste per agosto (64%) e 2.230 per il trimestre. Per una quota pari al 57% delle entrate viene richiesta ai candidati esperienza professionale specifica o nello stesso settore. L’interesse per i giovani con meno di 30 anni si attesta al 36%, soprattutto per l’inserimento in aree commerciali e di vendita (58,2%) e aree amministrative (47,6%).

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